Mantua Mothers: mamme antismog

Mantova è conosciuta come città d’arte e principale centro del Rinascimento italiano. Non molti forse sanno che è anche un SIN, “Sito di Interesse Nazionale”, un’area cioè compromessa da fattori inquinanti, dove è necessario un importante intervento di bonifica.

Mantova si trova, infatti, nel punto più basso della Pianura Padana dove a causa della scarsa ventilazione, dell’industrializzazione e dell’alta densità di popolazione il problema dello smog e dell’inquinamento è molto acuto.

Come un’altra città del nord di cui abbiamo parlato di recente (Brescia), Mantova può vantare la presenza di mamme che si battono per la salute della proprià città: sono le Mantua Mothers.

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Chi siete e come vi siete conosciute?

Siamo nove mamme “environment oriented”, di diversa provenienza e diverse professioni. Tania ed Alessandra, 7 anni fa, hanno fondato un’associazione di volontariato ed hanno creato una rivista per la famiglia intitolata InforMamy. Tre anni fa indignate e arrabbiate per la situazione dell’inquinamento a Mantova, insieme con Molly ed Elena hanno creato un piccolo gruppo informale. E’ stato così che Tania e Molly, le due straniere del gruppo (Tania è Britannica-Canadese mentre Molly è Americana) hanno scritto una lettera al giornale locale, la Gazzetta di Mantova colpite dall’apparente indifferenza dei mantovani. La lettera è stata messa in prima pagina ed ha riscosso un grande riscontro e centinaia di persone hanno risposto e hanno sottoscritto il loro appello. Da quel momento il gruppo Mantua Mothers ha cominciato sul serio il suo percorso.

Quali sono i problemi ambientali che denunciate ?

Il primo problema ambientale, ampiamente riconosciuto da Stato ed Enti locali, è la presenza del surnatante, ovvero una miscela di idrocarburi tra cui benzene ed altre sostanze inquinanti, nel sottosuolo di una vasta area della città, collocata in prossimità della zona industriale. Nonostante la grave situazione, il surnatante presente nella falda più superficiale sta pian piano avanzando verso le acque dei laghi, e qualora tale massa oleosa si mescolasse alle stesse, il disastro ambientale potrebbe essere di grandi proporzioni e rischierebbe di pregiudicare le stesse attività agricole che caratterizzano la nostra provincia, oltre a danneggiare irreparabilmente la zona umida del Parco del Mincio. Un ulteriore grave problema ambientale è l’inquinamento atmosferico dovuto alle emissioni delle aziende presenti sul territorio, dal traffico cittadino, accentuato dalla sfavorevole posizione geografica della nostra città.

 Quali sono i vostri obiettivi?

Il nostro obiettivo principale è il diritto fondamentale dei nostri figli a crescere in un ambiente sano. Non accettiamo che la salute venga compromessa in favore di altri scopi, qualunque essi siano. Senza estremismi, esigiamo il diritto fondamentale dei nostri figli a respirare un’aria che non li danneggi. Nella Pianura Padana assistiamo costantemente agli sforamenti dei parametri antismog, e pertanto alla violazione delle leggi italiane ed europee. Ci chiediamo dunque a che cosa servano tali leggi se vengono costantemente ignorate. Vorremmo che l’attenzione sui problemi locali rimanesse alta e ci impegniamo per sensibilizzare la cittadinanza affinché pretenda massima attenzione alla tutela ambientale.

 In sostanza come funziona la vostra opera di sensibilizzazione?

Dal febbraio 2011 abbiamo organizzato convegni, scritto alla stampa cittadina, diffuso insieme con i medici e i pediatri della nostra città informazioni e suggerimenti per l’adozione di comportamenti più virtuosi e consapevoli, scritto agli enti territoriali chiedendo spiegazioni sul loro operato, abbiamo cercato di dare un contributo effettivo per la predisposizione di piani di viabilità nella nostra città. Ai convegni che abbiamo organizzato abbiamo invitato studiosi, medici e ricercatori con i quali abbiamo affrontato e sviluppato diverse tematiche: rapporto tra dieta e ambiente; l’impatto dell’ inquinamento atmosferico sulla salute di bambini; l’importanza di una mobilità sostenibile in città per ridurre traffico soprattutto attorno alle scuole. In questa direzione è andata un’iniziativa cui abbiamo lavorato: il “Pedibus Millepiedini”, percorsi per i bambini per andare a scuola a piedi in sicurezza.

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Vi ispirate ad altri Comitati di mamme e donne in Italia?

Ci ispiriamo a chiunque si spenda in modo bypartisan per la salute dei nostri figli. Ci sono molto Comitati efficienti presenti in tutta Italia simili al nostro, con i quali siamo in contatto: le mamme di Taranto, genitori antismog di Milano, le mamme del Passeggino Rosso e tanti altri. Stiamo lavorando alla creazione di una grande rete che permetta a tutti noi di sostenerci reciprocamente in modo concreto per far leva su chi dovrebbe tutelare la salute di tutti noi.

Quante mamme (ma anche papà se ci sono) fanno parte della vostra associazione?

Nove di noi sono molto operative. Diverse persone ci seguono, la nostra mailing list conta qualche centinaia di persone. Ci rendiamo conto tuttavia che molte persone, pur simpatizzando con la nostra associazione, avvertono forte il timore di confrontarsi con le tematiche legate all’inquinamento e soprattutto alle gravi conseguenze di questo, e spesso, le resistenze ad affrontare “di petto” tali problematiche impedisce loro di partecipare attivamente. Per questo comunicazione e sensibilizzazione sono per noi fondamentali.