Running in the rain | Sport all’aperto

Svegliarsi una mattina qualunque di un ennesimo giorno di pioggia può essere scoraggiante. Gli impegni, le battaglie quotidiane, sotto quell’incessante ticchettio, possono sembrarci ancora più stancanti, qualche volta deprimenti.
I maestri del pensiero positivo ci inviterebbero a considerare però la faccenda sotto un altro punto di vista. Quindi: non è una brutta giornata, è una possibilità in più per sperimentare qualcosa di nuovo.

Personalmente non mi dispiace affatto abbracciare ogni tanto questo genere di prospettiva. A ben pensarci, molto semplicemente, deprimersi è sempre inutile, tanto vale provare.
Ma provare cosa? Provare a mettersi a correre. Lo stesso.

Per una runner non professionista, come la persona che scrive in questo momento, la corsa è sempre un “di più”. Un gioco, un bel diversivo alla routine. Ed è qualcosa generalmente da tarare a seconda del meteo: se piove, si resta in casa, o comunque in luoghi chiusi e riparati. Per carità, non sto per affermare propriamente il contrario.

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Temporali e piogge torrenziali, sono alleate di tè casalinghi e intense letture sotto al piumone. E purtroppo, come testimoniano i recenti fatti di cronaca, qualche volta le piogge possono rivelarsi pericolose e letali.
Ma invece, quella pioggerella fastidiosa, londinese, alleata piuttosto del desolante malumore cittadino – ho capito di recente – andrebbe contrastata con ogni mezzo. Ed è sull’onda di questa consapevolezza, che un bel giorno ho provato. A correre sotto la pioggia, volontariamente.
Mi era accaduto già prima, nella vita. Ma non era stata una scelta. Era stato un’incidente. Ero uscita di casa che era sereno, e avevo beccato il diluvio universale. Invece la volta a cui mi riferisco adesso è stata proprio una decisione ben precisa, e felice.

Dunque: care mamme e nonne previdenti di tutto il mondo: tappatevi le orecchie. Mi rivolgo invece a voi altri giovani naturalisti all’ascolto. Correte sotto la pioggia!!

E ora vado a elencare i motivi per cui farlo, qualche giorno fa, per me è stata un’ottima idea.

1) Miglioramento dell’umore. Non vorrei scomodare paroloni, affermando che è stata addirittura una gioia. Non dico di essere passata dalla depressione all’estasi solo grazie all’acqua piovana cittadina. Non è proprio così. I pensieri, i crucci sono rimasti gli stessi. Però ho sottratto loro un’ora intera della mia vita. In quell’ora, mi sono immersa nella natura – che sotto la pioggia sembra più viva, più drammaticamente reale –  di uno dei parchi della mia città, e sono ridiventata più simile a un animale che a una macchina. Ho lasciato perdere ogni preoccupazione, e mi sono occupata solo di correre come una leonessa nella savana. Roar.

2) Passa il tempo. Motivazione figlia della precedente. La tristezza si nutre del nostro tempo. Trova lì il suo fertilizzante, e prolifera mangiandosi i nostri preziosissimi minuti. E quando piove il tempo sembra non passare mai. Scacciarla via, la tristezza, chiudendomi nella mia bolla in movimento, ha giovato parecchio alla mia salute (mentale). E mi è passata la mattinata.

3) Risparmio. Se siete una persona più o meno normale, figlia del suo tempo, riconoscerete a conti fatti che la vera ragione della vostra malinconia non è (solo) la benedetta pioggerella tardoinvernale, ma è in verità la crisi. La crisi economica mondiale. Il binomio (fantastico, come direbbe Gianni Rodari) dal quale prendono le mosse ormai da qualche anno molte delle nostre vite, moltissimi dei nostri destini. Ebbene, ormai lo dicono in tanti, correre invece non costa niente. Ma niente di niente. In tempi in cui bisogna contare i centesimi, se avete una tuta e delle scarpe da ginnastica, anche ereditate dagli Anni Novanta, siete già a posto (altro discorso più complesso è l’abbigliamento tecnico, ma questa è un’altra storia…). Insomma, non serve molto altro. La corsa anzi, vi accorgerete, è redditizia. In che senso? Nel senso che è produttiva. Provate. Se avete un rovello, ad esempio di lavoro (o non-lavoro?), molto probabilmente la corsa vi aiuterà non dico a trovare la soluzione nell’immediato, ma di sicuro a rasserenarvi e a vedere le cose, letteralmente, sotto un’altra luce, che non è tutto, ma aiuta.

4) Senso della sfida. Correre sotto la pioggia ci fa sentire coraggiosi, audaci, ribelli. Stare sotto la pioggia e scalfirla, sfrecciandoci dentro, ci fa sentire forti, potenti. Ed è questo ciò che ci serve per affrontare questa vita, questa crisi, questo presente. Capaci di affrontare qualsiasi avversità. Il mantra da ripetersi è: “Io ce la faccio nonostante le intemperie”.

5) Profumi, sensazioni, luci. La pioggia ha un suo profumo, ha un suo senso. Ha un valore. Naturalmente, mi ripeto: mi riferisco alla pioggia di cui si diceva all’inizio, quella “innocua” non quella pericolosa per le vite umane e il paesaggio. Quella innocua è anche buona, è nutriente. Entra nelle ossa, ci fa sentire più simili alla terra, più vicini. E spesse volte, lascia poi spazio a meravigliosi giochi di luce, di sensazioni sulla pelle, di rinnovamento.

Questi sono solo cinque motivi per cui è bello correre, e ancor più piacevole farlo sotto una pioggia leggera. Sarebbe bello scoprirne altri di nuovi, per rendere l’esperienza più variegata e ricca.