Comunicare la sostenibilità: il green marketing di Ikea

Quando si parla di arredamento low cost, design essenziale e funzionale e un approccio “less is more” cosa vi viene in mente? Esatto, parliamo di Ikea. La multinazionale svedese che non è famosa solo per i suoi prodotti, ma ha anche nel green marketing.

A partire dall’8 febbraio Ikea ha lanciato in UK una campagna di prodotto, che contemporaneamente promuove anche l’impegno corporate dell’azienda verso la salvaguardia dell’ambiente. Parliamo di “The wondeful everyday”, pianificata su TV e radio e realizzata dall’agenzia indipendente Mother.

La campagna promuove l’acquisto di prodotti a LED per il risparmio energetico, rispetto alle lampadine a incandescenza che Ikea si è impegnata a ritirare dal mercato entro il 2016. La prima tornata di spot televisivi mostra una selva oscura, che diventa lentamente illuminata, albero per albero, con la voce fuori campo che dice: “Entro il 2016  venderemo solo lampadine a LED a basso consumo energetico. A volte le piccole cose possono fare una grande differenza”.

Sul perché questa sia una campagna di green marketing a tutto tondo e non solo di prodotto è chiaro dalle parole di Peter Wright, marketing manager per Ikea UK e Irlanda: “La campagna rende omaggio alle radici della società in Smaland, in Svezia, dove la sostenibilità è uno stile di vita”.

Wright ha anche dichiarato che per la multinazionale nord europea è il momento giusto di parlare del proprio impegno verso la sostenibilità, vista la crescente richiesta di un consumo sostenibile da parte dei clienti sempre alla ricerca di modi per ridurre i consumi e i costi delle bollette.

Non è la prima volta che Ikea intraprende campagne votate a promuovere la sostenibilità, ma il percorso verso questo tipo di comunicazione è stato molto lungo. Ne ha parlato anche  John Grant, guru del green marketing e autore di “Il manifesto del green marketing”, che è stato consulente dell’azienda per 12 anni.

“Ci avevamo messo dodici anni a mettere le cose a posto. In molte aree non solo rispettavano tutti gli standard a livello mondiale ma li miglioravano: dalle foreste ai trasporti, al modo di lavorare con i partner nella produzione e di influenzarne le operazioni”, racconta Grant nel suo libro dove spiega anche che, nonostante i risultati raggiunti l’azienda non decise di comunicarli all’esterno.

Nonostante questo, Ikea negli anni è sempre stata percepita come un’azienda sostenibile che ha contribuito a cambiare i consumi,  agendo sugli stili di vita dei propri clienti. Se sfogliassimo ancora le pagine del “Manifesto del green marketing”, vedremmo come negli anni l’azienda ha lavorato su tutti i riquadri della matrice del green marketing.

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Ora siamo nella fase della tesaurizzazione, o meglio, della condivisione dove si convince la gente a dare valore alle cose e a usarle più a lungo oppure a noleggiarle. In piena sharing economy Ikea ha da insegnarci grazie all’iniziativa “Second Hand” lanciata a ottobre scorso che mirava a rivendere online mobili usati dei clienti IKEA a fianco di nuovi prodotti come se si trattasse di un “mercato delle pulci”.