Fast food e snack non sono sempre esistiti e molti, ormai adulti, ricordano le loro madri preparare per merenda una fetta di pane insaporita con l’olio. Ciliegina sulla torta era una spruzzata di zucchero, per rendere unico quell’abbinamento naturale e genuino, fatto di prodotti di terra e non artefatti. Buona prassi che sono state rispolverate a scuola.
Accade in Cilento, la costa più selvaggia del salernitano quasi al confine con la Calabria. Lì ci sono tra le spiagge più belle d’Italia e c’è una cultura agro-alimentare, che fa ancora leccare i baffi. Ne sanno qualcosa gli alunni dell’istituto Teodoro Gaza di San Giovanni a Piro dove si coltiva l’orto, si raccoglie l’olio esausto e sono bandite le bottiglie in plastica, perché l’acqua si beve l’acqua del rubinetto proveniente dalla fonte del Parco Nazionale del Cilento.
La preside dell’istituto, Maria De Biase, ha inserito nelle attività scolastiche buone prassi di sostenibilità. La scuola è munita di sei orti, curati da alunni e corpo insegnante e da tutto il personale scolastico. In questo modo si valorizza la filiera corta e il consumo di prodotti a kilometro zero. L’esperimento ha coinvolto intere famiglie. Molti genitori, infatti, sensibilizzati dai propri figli hanno iniziato a prendere parte al progetto.
Il momento di maggiore condivisione è la merenda, consumata a base di pane e ortaggi come fave o broccoletti, a seconda della stagione, o semplicemente pane e olio. Per tutti i pasti a mensa sono state bandite le posate monouso, in favore di quelle lavabili per ridurre i rifiuti. L’olio esausto viene raccolto e impiegato nei laboratori didattici per creare saponette e lavoretti destinati alla vendita, per finanziare i ticket mensa o l’acquisto di libri per le famiglie meno abbienti.
L’eco-merenda a norma di legge può essere inserita all’interno dei servizi mensa scolastici, a patto che l’istituto rispetti le norme e gli standard igienici che ogni Comune detta con regolamenti appositi. Secondo la preside De Biase, l’eco-merenda ha un valore nutrizionale diverso da snack e merendine confezionate, però ogni genitore è libero di scegliere l’alimentazione del proprio figlio. All’ora della merenda, che diventa di fatto un momento di socializzazione e sensibilizzazione, ogni bambino può mangiare quello che vuole.
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