Non sono quella che si definisce una casalinga perfetta, ma se c’è una cosa che so fare bene è il bucato. Grazie alla mia super mamma e la vita lontano da casa, per gli studi e il lavoro, ho dovuto fare di necessità virtù. Ho bruciato qualche pentola, ma non ho mai rovinato un vestito. Ho sempre lavato ogni cosa a basse temperature e i miei vestiti ancora ringraziano.
Per questo mi è venuto naturale aderire alla campagna #meglio30 di cui sono ambasciatrice per conto di Econote. Si tratta di una campagna europea che promuove i vantaggi di un lavaggio a basse temperature. Lavare a 30° significa preservare i capi e i tessuti e ridurre le emissioni di anidride carbonica, facendo del bene all’ambiente.
In Europa la temperatura media di lavaggio è di 41° e in Italia è di 40°. Se tutti riducessero di 3 soli gradi, il risparmio energetico equivarrebbe all’eliminazione delle emissioni prodotte da più di 700mila automobili. Lavare a basse temperature è un piccolo cambiamento, ma un grande gesto di amore verso un futuro più sostenibile. Il lavaggio a 30°, infatti, garantisce un bucato pulito e più duraturo.
Io mi permetto di aggiungere qualche altro consiglio eco: per il bucato in lavatrice evitate la centrifuga, perché i vestiti messi ad asciugare pieni d’acqua possono evitare di essere stirati; il sole è uno sbiancante naturale ed è molto più economico e sostenibile dell’asciugatrice; fate sempre la lavatrice a pieno carico, lei non si stanca e voi non sprecate.
Per saperne di più sulla campagna potete consultare il sito meglio30.it. Per promuovere #meglio30 ho indossato la mia camicia di jeans preferita. È un capo passpartout, ideale per l’ufficio e il tempo libero, però tende a scolorirsi facilmente.
Anche fare il bucato può diventare un piccolo gesto di sostenibilità, non trovate?
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