L’orto? Lo coltivo anche in condominio… e in ufficio.

Quella degli orti urbani assomiglia sempre di più ad una “invasione verde”: Coldiretti ha rilevato lo scorso anno il record di 1,1 milioni di metri quadri di terreno di proprietà dei Comuni utilizzati per coltivazione a uso domestico, orti e giardinaggio ricreativo; e recentemente, Coldiretti Lombardia ha registrato ben 2.800 orti nei capoluoghi della regione, con un aumento del 40% rispetto a due anni fa*.

Mentre conquistano spazio all’interno delle nostre città, gli orti assumono modalità nuove: accanto agli appezzamenti coltivati privatamente prendono vita forme di “orto in comune”, dove coltivare diventa condividere. E nascono idee che diffondono uno stile di vita più sostenibile, basato sullo scambio e sulla soddisfazione di portare a tavola ortaggi autoprodotti; così, gli orti arrivano anche dove non crederesti possibile.

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Orti in un parapetto_Isola di Procida. Foto di Tania Talamo

Studio999, studio di architettura torinese, con il progetto OrtiAlti realizza orti sui tetti piani di condomini, scuole, supermercati e palazzi cittadini in generale, che poi saranno curati dalla comunità che in quei palazzi vive o lavora. L’orto sul tetto, come si legge sul sito del progetto, apporta numerosi vantaggi: migliora l’isolamento dell’edificio, riducendone il consumo energetico del 10-30% all’anno; consente un maggior controllo del deflusso dell’acqua piovana, con un assorbimento di oltre il 35%; abbassa la temperatura dell’ambiente circostante, riducendo gli effetti dell’isola di calore; infine, permette di riciclare in composit parte dei rifiuti umidi della comunità che si prende cura dell’orto. Oltre ad assicurare ortaggi freschi tutto l’anno e a creare occasioni di condivisione e socialità: “L’obiettivo di lungo periodo dell’attività promossa da OrtiAlti – si legge sempre sul sito –  è migliorare le nostre città, partendo dal basso”.

Spazio agli orti condominiali anche a Milano con il progetto Quarto in transizione, che tra i suoi interventi ha realizzato orti collettivi nel quartiere di Quarto Oggiaro: lo scorso anno nei cortili dei palazzi di Via Pascarella 29-33 e Pascarella 30-34 sono nati degli appezzamenti coltivati a frutta e verdura dagli stessi condòmini. Inoltre, accanto agli orti sono state installate delle compostiere per raccogliere la parte umida e verde dei rifiuti, con il doppio beneficio di ottenere composit e diminuire la frazione di umido che viene smaltita insieme all’indifferenziato; tutti i materiali per la gestione degli orti sono stati forniti gratuitamente. Il progetto è promosso dalle associazioni Ambiente Acqua onlus, Villaggio Nostrale e Il Laboratorio, in collaborazione con il Comune di Milano e con la Fondazione Cariplo, con l’obiettivo di individuare soluzioni di vita sostenibili per le comunità locali.

L’orto può diventare anche aziendale: questa è nello specifico la mission della onlus Orti d’Azienda. Proprio così: anche al lavoro si può coltivare un orto, prendendosene cura insieme ai colleghi, con cui si dividerà il raccolto (che in alternativa può essere destinato ad associazioni convenzionate o ad altre onlus). Anche in questo caso, centrale è la dimensione sociale: l’orto è un luogo nuovo di aggregazione per i dipendenti, e può diventare addirittura uno strumento di team building; nonché un veicolo importante per l’azienda per promuovere e sostenere concretamente valori positivi. Il progetto si rivolge non solo alle imprese impegnate sul tema della social responsibility, ma a tutte le realtà che desiderano trovare nuove azioni per coinvolgere i dipendenti nella vita aziendale o a quelle che, semplicemente, possiedono un appezzamento di terreno cui desiderano dare nuova vita o, ancora, alle imprese che condividono i temi di Expo 2015 pur non operando nella filiera agroalimentare.

*Fonte: siti Coldiretti e Coldiretti Lombardia