Barikama’: quando il riscatto passa dallo yogurt bio

Barikama’ arriva da lontano, e da tanti posti diversi.

Le sue radici affondano in Mali, Senegal, Guinea: un pezzetto per ciascuno dei Paesi di origine dei suoi fondatori. Si diramano in Italia, inizialmente con un doloroso passaggio a Rosarno; si spingono fino a Roma, dove si fortificano e danno vita a un risultato prezioso. E’ nella capitale che nasce il progetto di Suleman, Aboubakar, Cheikh, Sidiki, Modibo, Youssouf: lo yogurt Barikama’, senza addensanti, coloranti, conservanti e dolcificanti, come è specificato orgogliosamente nel loro sito.

Barikama’ in lingua bambara significa resistente: niente di più appropriato per descrivere la storia di questi ragazzi. Cinque di loro sperimentano la disperazione e lo sfruttamento dei campi di Rosarno, da cui fuggono dopo le rivolte del 2010: una volta approdati a Roma,  a poco a poco danno vita all’Associazione di promozione sociale e cooperativa sociale Barikama’, che nasce ufficialmente nel marzo del 2011 grazie a un progetto di micro reddito autogestito.

Barikama': la produzione
la produzione

Gli obiettivi del progetto parlano di riscatto, dignità, desiderio di autoaffermazione e di integrazione, come spiegano le finalità elencate sul loro sito:

  • garantire un, se pur micro, reddito a chi non ne ha e sta avendo grandi difficoltà a trovare un lavoro,

  • essere un’attività per riacquistare fiducia, iniziativa e soddisfazione,

  • creare una rete di relazioni sociali,

  • essere un’opportunità per imparare l’Italiano attraverso l’interazione concreta con le persone e la risoluzione di problemi,

  • essere un’opportunità per conoscere Roma, orientarsi utilizzando una cartina, consultare la rete dei mezzi pubblici.

“L’idea dello yogurt – spiega Cheikh Diop, uno dei fondatori – nasce da una nostra amica, una ragazza che ci  ha aiutato molto nella realizzazione del nostro progetto e che ci ha proposto questo alimento.  Oggi – continua – realizziamo il nostro yogurt a Casale di Martignano,  un caseificio fuori Roma, proprio sul lago di Martignano”. La produzione in un caseificio è uno dei più importanti traguardi raggiunto dai ragazzi, il passo che permette di estendere e migliorare l’attività, che oggi si basa su 150 litri di latte a settimana contro i 15 iniziali; “altro momento importante – racconta Cheikh – è la vincita di un bando che ci ha permesso di avere 4 biciclette, 1 motorino e 2 frigoriferi grandi”.

Lo yogurt Barikama’ è un prodotto bio e sostenibile a tutti gli effetti: è realizzato con latte intero pastorizzato di Casale Nibbi, un’azienda agricola bio della provincia di Rieti; è distribuito unicamente in barattoli di vetro, praticando il metodo del vuoto a rendere; last but not least, è consegnato…. in bicicletta! Chiamando il numero riportato sul sito uno dei ragazzi pedalerà per le strade di Roma – per ora, essendo a due ruote, la consegna avviene solo in città- per portarvi lo yogurt direttamente a casa o in ufficio. I ragazzi consegnano inoltre  i formaggi e il latte di Casale Nibbi.

Barikamà: consegna in bici
la consegna in bici

La forza di Barikama’ ha però valicato i confini della capitale: la cooperativa ha attirato l’attenzione dei media e vanta una rassegna stampa di tutto rispetto, oltre a un calendario ricco di partecipazioni a mercati, eventi e gruppi di acquisto solidale.

Gli obiettivi per il futuro non sono meno importanti: “Vorremmo riuscire ad allevare delle mucche, e diventare produttori di verdure” conclude Cheikh.

Con il fine ultimo di aiutare altri ragazzi ad uscire dalla miseria e dallo sfruttamento, perché anche loro possano essere resistenti e conoscere una nuova vita.

 

Le immagini sono tratte da barikama.altervista.org