Knut Hamsun, tra la critica sociale e l’elogio della natura

Knut Hamsun scrittore norvegese morto nel 1952, viene considerato uno dei maggiori autori del Novecento. Con le sue opere ha anticipato le principali tendenze filosofiche e letterarie del XX secolo, in Misteri ha intuito prima di Freud l’influenza dell’inconscio nelle nostre vite, nel protagonista errabondo di Fame (romanzo in parte autobiografico) si possono scorgere tutte le caratteristiche dei personaggi di John Fante e Jack Kerouac.

Hamsun

Il nome di Hamsun è purtroppo legato alle sue vicende politiche e personali; fu un convinto ed entusiasta sostenitore della Germania nazista, alla morte di Hitler pubblicò un necrologio nel quale si poteva leggere del dittatore “Era un lottatore, un combattente per l’umanità e un predicatore del messaggio della giustizia per tutte le nazioni”.

Per Hamsun il nazionalsocialismo rappresentava la via d’uscita dal capitalismo industriale, vide nell’invasione tedesca della Norvegia la possibilità di ricompattare l’identità nazionale e prendere le distanze dalla formazione di una società massificata secondo il modello americano o anglosassone. Con la fine della Seconda Guerra Mondiale, Hamsun fu riconosciuto come un traditore e i suoi libri vennero bruciati nelle piazze. Fu prima rinchiuso in un ospedale psichiatrico e in seguito fu processato e condannato per la sua presunta iscrizione al Nasjonal Samling, il partito nazional-socialista norvegese.

Negli ultimi anni si sta però assistendo ad una giusta rivalutazione di questo scrittore e al suo patrimonio letterario. Dalle inquietudini metropolitane fino alla scoperta del valore della natura, le opere di Hamsun hanno una sostanziale valenza di critica sociale verso le condizioni economiche moderne. Nella pianificazione borghese della società lo scrittore vede soprattutto una spersonalizzazione dell’individuo e una sua riduzione a mera funzione sociale, una rotella dell’ingranaggio produttivo. Quella di Hamsun è una protesta romantica contro la società capitalista: l’anarchico di Fame vaga per le vie di Christiania (l’attuale Oslo) in preda a deliri ed allucinazioni per la mancanza di cibo, ma cerca comunque di tenere integri i propri valori e la propria onestà.

Ne Il risveglio della terra (libro che gli valse il premio Nobel per la letteratura nel 1920, ma che donò a Goebbels nel 1943) nobilita il lavoro agricolo e descrive un mondo contadino non ancora corrotto dalla civiltà moderna. Isak, il protagonista, vive in sintonia con l’ambiente che lo circonda, rispetta la natura che non viene considerata come una semplice infrastruttura produttiva. Disposto a lottare per ciò in cui crede, prima di tutto la famiglia, il rude contadino resiste alle avversità della vita, è appagato dal suo lavoro e non ha bisogno necessariamente di consumare per essere felice. Ma è forse in Pan che la produzione letteraria di Hamsun raggiunge vette di raffinato lirismo. La storia si svolge nella breve ma intensa estate nordica, quando il tenente Glahn decide di spogliarsi della sua uniforme di ufficiale per dedicarsi alla vita dei boschi: la natura è il luogo idilliaco nel quale rifugiarsi, dove godere e sentirsi appagato dalla vita brulicante che lo circonda.

C’era una pietra davanti alla mia capanna, una pietra alta, grigia. Aveva una espressione di benevolenza per me; era come se mi vedesse quando arrivavo e mi riconoscesse. Passavo volentieri accanto a quella pietra, quando uscivo all’alba, ed era come se lasciassi là un amico, in attesa del mio ritorno.
Pan

Ormai novantenne scrive il suo libro testamento Per i sentieri dove cresce l’erba, uomo ormai sfinito e consumato dal carcere e dall’internamento, i suoi pensieri sono comunque rivolti all’amore per la natura.

Quando mi sono stancato di me stesso e sono vuoto, e mi sento inutile, vado nei boschi. Non aiuta, ma nemmeno rende la situazione peggiore. Non posso più, ormai, ascoltare il mormorio degli alberi, ma posso vedere i rami che dondolano, e anche questo è qualcosa di cui essere grati
Per i sentieri dove cresce l’erba

Knut Hamsun riceve una parziale riabilitazione con il libro del 1978 Processo ad Hamsun, dove l’autore danese Thorkild Hansen esamina l’intera vicenda giudiziaria e fa emergere le assurde ed ingiustificate accuse rivolte allo scrittore. Il premio Nobel norvegese resta ancora una figura controversa, le sue opere sono purtroppo ancorate ad un passato “scomodo”.