Piante al telefono: serre urbane inaspettate

Quante volte, camminando per strada, ci imbattiamo nelle vecchie e anche un po’ romantiche cabine telefoniche?

Personalmente ricordo quando ancora non esistevano i cellulari (lo so, sembra incredibile, eppure è storia piuttosto recente) e queste postazioni avevano un grado di efficacia che variava dall’utile al provvidenziale. Oggi ne avvertiamo sempre meno la necessità, e tante infatti sono in via di rimozione.

Ma c’è chi si è immaginato per loro una seconda vita, e una nuova funzione di pubblica utilità: Silvia Minenti, designer toscana, romana d’adozione, con il progetto Piante al Telefono.

Il nome si ispira al libro Favole al Telefono di Gianni Rodari: un piacevole ricordo d’infanzia cui Silvia ha attinto per realizzare un progetto a favore della collettività.

Piante al telefono: making of
Piante al telefono: making of

Piante al Telefono, spiega, intende ridare vita alle vecchie care cabine creando delle vere e proprie serre urbane”, che stimolino e riattivino quel senso di comunità ormai perduto. Salvia, basilico, rosmarino, lavanda trovano casa all’interno delle vecchie cabine telefoniche, nelle quali chiunque potrà prenderle o aggiungerne altre, purché se ne abbia cura tutti assieme, diffondendo e moltiplicando il numero di queste nuove serre.

Il progetto vuole quindi innescare un processo di ri-appropriazione, ri-utilizzo e condivisione dell’arredo urbano ormai in disuso: le serre restituiscono dignità e funzione pubblica alle cabine telefoniche, che tornano ad essere un bene di tutti, e stimolano i cittadini a prendersene cura, riattivando il senso di comunità.

Piante al telefono: una cabina-serra
Piante al telefono: una cabina-serra

Le prime cabine-serre sono nate a Roma, nei quartieri Prati e Montesacro, e a Milano in via Tortona. Le risposte sono positive: a Roma i cittadini hanno spontaneamente “adottato” la prima cabina-serra, curando le piante e preservandola dagli attacchi vandalici. Sempre nella capitale, il wine bar Comò Bistrot  ha sponsorizzato l’iniziativa, ritrovandosi una bellissima serra urbana davanti al proprio locale; inoltre, il progetto sta riscontrando l’interesse del Comune, con cui è iniziato un dialogo. Il progetto è infatti attualmente autofinanziato e l’obiettivo  è quello di moltiplicare le cabine-serre e coinvolgendo aziende e pubblica amministrazione. Risultati positivi anche a Milano, dove parte dell’arredo interno della serra urbana è stato  sponsorizzato da Novitàl – prima azienda italiana a credere in Piante al telefono – con il suo progetto Orto&Orto, sistema modulare per orto urbano.

Le cabine, inoltre, potrebbero diventare “social”: è attualmente in fase di studio la possibilità di un sistema di monitoraggio della cura delle piante da parte dei cittadini. Che sarebbe, in ultima analisi, una sorta di “termometro” della coesione sociale dei quartieri dove sono collocate.

 

Le immagini sono tratte dalla pagina Facebook di Piante al Telefono