La crisi del fast food

Il colosso americano del fast food sembra attraversare una preoccupante crisi, Mc Donald’s ha i infatti registrato il primo calo annuale in 12 anni nei ristoranti americani aperti nell’ultimo anno. Le perdite sono troppo importanti perchè i vertici non ne paghino le conseguenze: si è dimesso infatti Don Thompson, CEO MC Donald’s negli ultimi 3 anni ed uomo-azienda per circa 20 anni.

Forte di una distribuzione capillare Mc Donald’s si è imposto anche in paesi con una forte tradizione alimentare come l’Italia. La multinazionale dell’hamburger è stata identificata, insieme alla Coca Cola, come il simbolo stesso della globalizzazione. Parlado dei processi di imperialismo culturale, l’antropologo Jean-Loup Amselle parla appunto di “mcdonaldizzazione del mondo”.

Ma la crisi dei fast food ha radici molto profonde: dai danni di immagine provocate dalle proteste dei lavoratori per gli adeguamenti salariali, agli scandali sulle forniture di carne scaduta in Cina, fino ad arrivare alle difficoltà di penetrare il mercato russo ed orientale. A questo si aggiunge che con la crisi economica diventa particolarmente oneroso per le famiglie mangiare fuori, che scelgono invece di restare a casa e risparmiare.

Ma il junk food è ancora di tendenza? Per molti analisti infatti, Mc Donald’s avrebbe perso di attrattiva verso le nuove generazioni (adolescenti e trentenni) che preferirebbero menù di migliore qualità. Le ultime ricerche sul consumo di cibo infatti, registrerebbero un aumento di consumo di cibi sani e salutari. Una maggiore consapevolezza per quello che mangiamo, che faccia bene alla nostra salute e quella dell’ambiente.

Steve Easterbrook, attuale responsabile del brand a livello globale, rimpiazzerà da marzo l’uscente Thompson. La sfida per il nuovo CEO sarà quella di interpretare ed intercettare i gusti alimentari dei consumatori, soprattutto dei più giovani. Possibile svolta “salutista” e “bio” per Mc Donald’s? Il sospetto è che, per contenere i prezzi, avremmo comunque a che fare con cibo di scarsa qualità e con una politica dei costi del personale al ribasso.