Chi l’ha detto che le piante grasse danno meno soddisfazione delle piante “normali”? Ci vuole pazienza. Tanta pazienza.
Le devi tollerare per mesi. Lì ferme piene di spine, di foglie appuntite, di artigli pericolosi. Sembrano quasi insignificanti rispetto alle altre.
Carlo le adora: ne compra in continuazione di nuove per il nostro piccolo giardino in città (qui il primo appuntamento “Eravamo animali da appartamento“). Appena ne vede una che non fa parte della sua collezione, decide che deve averla. E arriva a casa trionfante, come se mi avesse comprato un gioiello: “Francy….guarda! Questa non ce l’avevamo!”.
Per un inverno e un autunno interi non ti regalano grosse emozioni. E nonostante ciò devi pure tenerle al coperto e devi proteggerle dal freddo e dalla pioggia perché sono abituate al caldo: quante ne abbiamo perse durante la gelata di febbraio!
Poi, in tarda primavera o in estate….BUM!!! Ti regalano la grande bellezza!!!
Una incredibile esplosione di colori (gialli, fucsia, arancioni intensi, rossi) dalle forme più Cactus sormontati da coroncine, infiorescenze di forma aliena e altre simili ad alghe sottomarine. O ancora fiori carnosi e resistentissimi sotto al sole implacabile delle calde estati. Sbocciano all’improvviso, in una notte o in poche ore: al mattino è una vera meraviglia ammirare i nuovi nati. E noi giù a scattare foto per memorizzare quegli attimi preziosi e per seguire la crescita di queste creaturine.
Sì, perché dopo qualche giorno o qualche settimana lo splendore è già svanito: è andato via veloce come la vita di una farfalla, delicata e meravigliosa allo stesso modo. E così loro tornano ad essere semplici piante grasse, senza fiori né fronzoli.
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