Costruire l’Educazione all’Ambiente

Diffondere la cultura del metodo scientifico, significa formare cittadini più consapevoli del proprio potere, molto meno manovrabili, più rispettosi e civili.

di Rino Borriello, Agronomo territorialista

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Lo studio di Renzo Piano per l’ “Ecole normale supérieure de Cachan” nei pressi di Parigi (2014)

Rimbalza sulle cronache di questi giorni il progetto di Renzo Piano che,dopo aver firmato quello per il campus della scuola Superiore di Cachan nei pressi di Parigi, darà un “volto nuovo” al Campus di Architettura del Politecnico di Milano.

 

Previo l’abbattimento del grosso edificio attualmente presente e chiamato “Sottomarino” dalle migliaia di studenti che ogni giorno frequentano il campus, quei luoghi si trasformeranno in una grande piazza, con più di cento alberi; che funga da “Agorà” dove incontrarsi, discutere, conoscersi e da raccordo per gli altri distretti del campus. Al posto dell’attuale e vasto parcheggio, vi sarà quindi un bosco,ben visibile anche dall’esterno, da chi percorre via Bonardi. Pare che i lavori inizieranno nel 2016.

Tutto molto bello e funzionale dunque, ma certamente non nuovo, nel senso che è da decenni che ci si batte per una trasformazione dell’edilizia scolastica affinché questa, nelle sue linee fattuali, traduca il pensiero ecologista che ha attraversato la seconda metà del secolo scorso.

Io stesso, dopo aver già pubblicato nel 1999, con Maurizio Fraissinet, le disattese “ Linee guida dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio per l’arredo a verde e la didattica ecologica delle aree prospicienti gli edifici scolastici di pertinenza dei comuni del Parco[1], collaborai nel 2009, con l’Arch. Riccardo Florio dell’Università Federico II di Napoli per il concorso “Scuola in Piazza del Levante di Bisceglie (BA)”, progettando l’inserimento di aree verdi negli spazi scolastici, polifunzionali e di collegamento con la città.

Arrivammo secondi, pazienza!

Perché dunque ne scrivo, e proprio in occasione del mio primo articolo sulla rubrica affidatami da Econote?

Progettazione Partecipata
Laboratorio di Progettazione Partecipata con gli studenti della Scuola Media Statale “Alessandro Severo” di Roma – Foto dal sito http://www.sicurete11.it

Perché ritengo che il tema dell’Educazione Ambientale sia fondamentale per creare le sensibilità capaci di trasferire nel tessuto della propria vita e della propria futura professione, gli orientamenti che le guideranno alla trasformazione globale del nostro territorio e di quella che sarà la nostra futura civiltà.

Lo studio dell’ambiente, purché sia organizzato e realizzato a diretto contatto con la realtà fenomenica, consente di superare l’insegnamento di stampo tradizionale, puramente verbale, e, strutturandosi nei discenti come acquisizione metodologica di apprendimento e di elaborazione, ne favoriscelo sviluppo ed il potenziamento autonomo delle capacità di osservazione, di analisi e di interpretazione critica dei fenomeni naturali.

E successivamente, divenuti adulti, dei fenomeni sociali.

Storicamente la scuola è cresciuta come agenzia isolante, scissa dal territorio socioculturale ad essa adiacente, poco incline ad aprirsi all’esterno e non soltanto in termini di segregazione degli spazi, ma proprio in termini di scollegamento fa il “sapere scientifico” e la società extrascolastica, sociale, lavorativa.

E’ importante invece che essa prenda coscienza dell’improcrastinabile esigenza di fungere da raccordo della sempre più aggrovigliata carta geografica dei luoghi dell’educazione, realizzando quel continuum formativo, fra l’età dell’alfabetizzazione e quella del TFR, attraverso gli oramai “famosi” Progetti di “interazione/ interdipendenza permanente, tra ambienti/scuola e ambienti/extramoenia”, perché è poi nella vita di tutti i giorni che deve esplicarsi l’attuazione di ciò che la scuola ha indicato come “paradigma” da seguire per ”costruire” i nuovi modelli di società e di civiltà.

Insegnare le Scienze, non significa più soltanto il trasferimentodelle informazioni scientifiche fra le generazioni, ma dovrebbe tendere a costruire un ambiente scolastico ed umano antidogmatici, poco consolatori e retorici,connessialla risoluzione delle problematicità, spesso direttamente verificabili.

La scuola entrerebbe così nel campo della vita sociale delle nostre città.

Che senso ha infatti, insegnare l’Ambiente e la sua cura, se poi non si dà corpo ai risultati del sapere?

Ad esempio, perché “informare” sui danni ambientali e salutistici del consumo di olio di palma, se poi si continua a propinare merendine e prodotti industriali che lo contengono, e dal cui consumo quei danni ambientali dipendono? Perché negli Istituti Agrari e nelle Università di Scienze Agrarie si insegnano i principi che regolano la corretta pratica della potatura degli alberi, quando poi in tutte le città si assiste all’orribile massacro del verde pubblico con pratiche di capitozzatura,le quali nulla hanno più a che vedere con le vere operazioni di potatura?

Soprattutto, perché mai il danneggiamento del patrimonio verde degli ambienti urbani, non viene ancora considerato come un danneggiamento del patrimonio strutturale delle nostre città, la qual cosa richiederebbe, come minimo, severi risarcimenti da parte delle ditte appaltatrici dei lavori e le dimissioni dell’assessore competente?

Ecco, educare all’ambiente, significa formare cittadini che PRETENDANO di vivere in luoghi più salubri, in città meno inquinate, e che pretendano la qualità dei servizi erogati e pagati con i soldi pubblici: dalla capacità di maestri e professori da reclutarsi col principio della meritocrazia e non più con quello delle “raccomandazioni”, fino a giungere ad avere amministratori capaci ed in grado di offrirci un territorio più rispondente alle impellenze della contemporaneità.

Diffondere la cultura del metodo scientifico, significa generare cittadini più consapevoli del proprio potere, molto meno manovrabili, più rispettosi e civili.

Cittadini adulti, insomma!

 


[1]R. Borriello e M. Fraissinet, Linee guida dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio per l’arredo a verde e la didattica ecologica delle aree prospicienti gli edifici scolastici di pertinenza dei comuni del Parco – Edizioni Ente Parco Nazionale del Vesuvio – marzo 1999

Foto di copertina: Laboratorio di Progettazione Partecipata con gli studenti della Scuola Media Statale “Alessandro Severo” di Roma – Foto dal sito www.sicurete11.it