La Conferenza sul clima di Parigi come risposta al terrore

Nella Parigi ancora sotto choc per i drammatici attacchi terroristici del 13 novembre, costati la vita a 129 persone, oltre a centinaia di feriti, si svolgerà dal 30 novembre all’11 dicembre la Conferenza dell’ONU sul clima (COP21). La decisione sull’opportunità o meno di confermare l’appuntamento per motivi di sicurezza, vista la minaccia di attentati ancora altissima, è stata molto sofferta. Le autorità francesi, però, hanno confermato lo storico appuntamento che riunirà nella capitale transalpina, più esattamente a Le Bourget, oltre 120 capi di Stato e di governo da tutto il mondo. Si calcola che, tra delegazioni dei paesi ospiti, osservatori e giornalisti, arriveranno a Parigi circa 40.000 persone per il vertice attorno ad un argomento cardine per il futuro del nostro pianeta. Il dispiegamento di forze dell’ordine, è stato assicurato, sarà imponente per garantire l’incolumità dei partecipanti.

STOP AL RISCALDAMENTO

La posta in palio è alta sotto molteplici punti di vista. Innanzitutto, lo svolgimento della COP21 è per Parigi una prova altamente simbolica da opporre alla minaccia del terrorismo guidato dall’Isis. Non bisogna cedere alla paura, non bisogna farsi colpire nel profondo delle convinzioni democratiche, non bisogna rinchiudersi e alzare barriere nei confronti del resto del mondo. La Francia fa bene, anzi, a chiamare il mondo a casa sua per occuparsi di problemi che riguardano l’umanità intera. Gli altri paesi, da parte loro, non porteranno solo vicinanza e solidarietà alla Francia, ma avranno il dovere di trovare soluzioni efficaci contro il riscaldamento globale. Per due ordini di motivi.

Il primo, anche in questo caso, simbolico nel contrapporsi a chi pensa di poter riportare indietro le lancette dei secoli, con risposte concrete per uno sviluppo sostenibile che possa migliorare lo stato di salute del pianeta e le condizioni di vita dei suoi abitanti. Il secondo motivo è strettamente connesso al tema della sicurezza: porre un freno al global warming significa anche arrestare la siccità e le carestie che opprimono una larga parte della popolazione mondiale, specie nei paesi più poveri. La fame, la scarsità di risorse alimentari, le ristrettezze economiche sono, a loro volta, causa di instabilità socio-politica che spesso va ad alimentare proprio i movimenti più estremisti. Senza dimenticare che i cambiamenti climatici sono direttamente responsabili di gravi calamità naturali (alluvioni, frane, uragani) che provocano ogni anno molte più vittime del terrorismo. Nell’infografica di seguito, elaborata dall’Ambasciata di Francia in Italia, è spiegato cos’è la COP21 e quali obiettivi si pone.

infografica COP21

UNA MARCIA GLOBALE PER IL CLIMA

Purtroppo, però, l’altro appuntamento direttamente collegato alla Conferenza sul clima ha dovuto cedere il passo alle esigenze di sicurezza dei cittadini francesi: la grande Marcia per il clima, prevista per domenica 29 nelle vie del centro di Parigi, è stata vietata. Le associazioni ambientaliste e la società civile di tutto il mondo, pronte a confluire in Francia per far sentire la loro voce e mettere sotto pressione i governi mondiali sulle azioni da adottare per fermare il cambiamento climatico, hanno dovuto rinunciare alla manifestazione. Ciò non vuol dire che il vertice sul clima non terrà conto delle istanze della galassia ambientalista. Numerosi appelli e documenti sono già stati inoltrati, nei mesi che hanno preceduto l’appuntamento, sia ai governi nazionali, sia agli organismi internazionali. Inoltre, proprio il 29 novembre è prevista una Marcia Globale per il Clima in cinquanta città del mondo. Tra queste anche Roma, con un corteo che partirà da piazza Farnese alle 14 per raggiungere via dei Fori Imperiali dove si terrà un concerto con diversi artisti e testimonial.
Ad organizzare l’appuntamento di Roma è la Coalizione Italiana per il Clima che riunisce oltre 150 soggetti. La coalizione ha inviato un appello alla COP21 in cui chiede che si raggiunga “un accordo equo, legalmente vincolante, che consenta di limitare il riscaldamento globale legato alle attività umane ben al di sotto di 2°C (possibilmente 1,5°C) accelerando la transizione verso la decarbonizzazione e lo sviluppo sostenibile”. Un obiettivo da cui dipende, direttamente o indirettamente, la vita di tutti gli esseri umani e delle future generazioni.