Ragioniamo sul lavoro in Abruzzo. Le buste paga dei dipendenti di fabbriche e aziende sono meno pulite degli stipendi di coloro che operano nel settore turistico? Il denaro che deriva dalle energie rinnovabili ha forse un profumo e un colore diverso rispetto ai classici impianti industriali?
Sembrerebbe di sì. Almeno a sentire quelle persone che, in terre ricche di bellezze naturali come l’Abruzzo, giocano a schierare il rispetto per l’ambiente contro lo sviluppo tecnologico. Ma andiamo con ordine.
Guardate queste foto del nostro amato Abruzzo e cominciate pure a sognare.
Distese verdi e lussureggianti stile “Signore degli Anelli”, una ricca fauna selvaggia, riflessi di luce iridescente, laghi d’alta quota e foreste… il lavoro in Abruzzo potrebbe dipendere a pieno dal turismo.
La nostra “Regione verde” possiede ricchezze naturali e bellezze da far impallidire zone del mondo ben più blasonate, tanto che persino il sindaco di New York, Bill de Blasio, è diventato un suo profondo estimatore.
L’Abruzzo detiene, infatti, il record italiano delle aree naturali protette, che comprendono addirittura un terzo della superficie della Regione, con ben tre parchi nazionali. Il suo territorio produce specialità eno -gastronomiche inimitabili, dai vini rinomati in tutto il mondo come il suo Montepulciano e il Trebbiano, fino alla pasta di Fara San Martino.
Per non parlare delle sue splendide coste, come quella dei Trabocchi, i borghi arroccati sui monti, le rocche e i castelli intorno all’Aquila, e potrei andare avanti a lungo. Una meraviglia continua.
Eppure qualcosa non funziona: perché nonostante un’offerta difficilmente eguagliabile, il turismo non riesce a decollare in Abruzzo?
Ed è L’Espresso a sottolinearlo, in un dossier sull’Abruzzo pubblicato lo scorso 19 Novembre. Questo a dispetto del mantra che ambientalisti e politici ripetono ogni 3 x 2: “il petrolio dell’Abruzzo è il turismo”.
Beh, se le cose stanno così, andiamo male! Secondo dati della Regione, nel 2014 i turisti che hanno visitato la regione sono stati 6 milioni e 300mila, provenienti soprattutto da Lazio e Lombardia, mentre gli stranieri (soprattutto tedeschi, svizzeri e francesi) sono ancora troppo pochi e addirittura in lieve calo (mentre altrove, prima in Puglia poi in Sicilia, è boom). E scommetto anche che l’anno prossimo saranno ancora meno, a giudicare dal grave scandalo dovuto al divieto di balneazione che ha colpito Pescara in pieno agosto.
Ma i numeri non mentono: il turismo in Abruzzo non sfonda. Cosa dovrebbero fare ora i cittadini che hanno creduto alle promesse di politici e amministratori? Dove sta il lavoro per tutti? “Puntare tutto sul turismo”, diceva la Confcommercio. Non mi pare sia andata così bene, e ora che si fa?
Per fortuna che in Abruzzo c’è anche chi si è rimboccato le maniche e si è dato da fare, facendo impresa e creando ricchezza e posti di lavoro. Perché, a dispetto di quello che forse pensano gli ambientalisti, con un bel panorama non si pagano le bollette.
Basti pensare che solo il comparto meccanico e dei motori nella Regione dà lavoro a migliaia di persone! L’avreste mai detto? Ecco un po’ di esempi.
La Honda, gigante giapponese presente in tutto il mondo, ha uno stabilimento produttivo ad Atessa (Chieti) e dà lavoro a oltre 400 dipendenti. Sempre ad Atessa la Sevel Spa, società del settore automotive, occupa più di 6mila persone e fattura 3 milioni di euro. A Lanciano la Pierbug (settore meccanico/tecnologico) impiega 429 persone e fattura 145 milioni. Niente male, non vi pare?
Potrei farvi qualche altro esempio. La Honeyvell Garrett Italia, infatti, produce componenti meccanici, accessori e motori per autoveicoli, ha sede ancora ad Atessa e occupa 500 persone (fattura 45 milioni). Libertone Gaetano si occupa di meccanica di precisione e ha una dimensione più piccola, circa un milione di fatturato e meno di 50 dipendenti. La Tecnomatic di Teramo impiega circa 200 operai, con un fatturato che oscilla tra 13 e 25 milioni di euro. Infine la Denso Europe, che ha sede a San Salvo (Chieti), fornisce sistemi e componenti per l’industria dell’automobile, impiega quasi mille unità.
Non è necessario ricordare che questi milioni di euro di fatturato significano gettito fiscale, ovvero tasse che vanno a sostenere il bene comune. E i posti di lavoro si traducono nella possibilità per migliaia di famiglie di fare la spesa ogni giorno e mettere il pane in tavola. E di questi tempi, non è poco.
Le ricchezze naturali dell’Abruzzo sono ingenti e vanno protette e tutelate ma, se devo essere sincero, personalmente tiro un sospiro di sollievo al pensiero che ci sia anche altro!
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