Le tigri sono, purtroppo, una delle meravigliose specie animali a rischio di estinzione: cacciate dall’uomo per secoli – per paura, per superstizione, per il commercio di pelli e ossa – si sono ridotte ormai a poche migliaia di esemplari nel mondo, e nel periodo tra il 1940 e il 1980 si è registrata l’estinzione di 3 sottospecie.
Eppure la tigre è un animale fondamentale per l’ecosistema in cui vive: ne rappresenta infatti l’anello più alto e regola la diffusione degli animali di cui è predatore, come cervi, maiali selvatici, antilopi, buoi: in assenza delle tigri queste specie potrebbero espandersi in maniera incontrollata, con effetti gravissimi sulle risorse e sul territorio. I danni alla vegetazione, a loro volta, provocherebbero effetti negativi sugli insetti, che perdendo l’habitat naturale si sposterebbero molto probabilmente sui campi coltivati: una terribile reazione a catena che, alla fine, impatterebbe anche sull’uomo.
Finalmente però è arrivata una buona notizia: il numero delle tigri allo stato brado è in aumento per la prima volta dopo secoli. Questo è quanto emerge dall’ultimo censimento diffuso dal WWF e dal Global Tiger Forum (GTF): ad oggi nel mondo si contano complessivamente 3.890 esemplari di tigri, mentre nel 2010 erano 3.200. Un risultato incoraggiante che accende un barlume di speranza per il destino di questi animali, oggi minacciati soprattutto dal bracconaggio e della deforestazione, quest’ultima causa della perdita del loro habitat naturale.
Secondo il WWF questo incremento è stato causato da diversi fattori, tra cui maggiori sforzi per la salvaguardia della popolazione esistente e una crescita demografica registrata in particolare in India, Russia, Nepal e Bhutan. India e Russia, tra l’altro, sono i due Paesi dove attualmente si riscontra il maggior numero di tigri: capofila è l’India con oltre 2.200 esemplari, a seguire la Russia con 433, mentre il terzo posto del podio spetta all’Indonesia con 371 tigri.
L’impegno mondiale per la salvaguardia delle tigri, comunque, non si ferma: prosegue infatti la Global Tiger Initiative, un’allenza tra Governi, associazioni e società civile lanciata nel 2008 che ha fissato come obiettivo il raddoppio degli esemplari entro il 2022. Nella conferenza di Nuova Delhi in corso in questi giorni i Paesi coinvolti si danno appuntamento per un aggiornamento sulle attività e sui risultati raggiunti in vista di questo fondamentale traguardo.
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