Passiflora frutto della passione che risveglia tutti i sensi

pasiflora mixIl genere Passiflora appartiene alla famiglia delle Passifloraceae, una famiglia molto grande che comprende più di 600 specie; al genere passiflora appartengono circa 500 specie. La variabilità all’interno di esse è grandissima, tant’è che il genere è suddiviso in 21 sottogeneri con ulteriori complesse suddivisioni. Anche sotto l’aspetto estetico vi sono grandi differenze, tali da accontentare tutti i gusti: moltissime passiflore hanno fiori splendidi, altre, foglie particolarmente originali e curiose oppure frutti decorativi e di buon sapore.

CURIOSITA’ E APPROFONDIMENTI

Il nome del genere, adottato da Linneo nel 1753 e che significa “fiore della passione” (dal latino passio = passione e flos = fiore) La Passiflora fu introdotta in Europa nel 1610 da Emmanuel de Villegas, padre agostiniano che rientrava dal Messico. Era rimasto affascinato da una pianta che produceva un fiore straordinario, che gli indigeni chiamavano granadilla e della quale mangiavano il frutto.

Il missionario era rimasto colpito, non dal frutto ma dal fiore in quanto ad esso associava la passione e la crocifisione di Gesù Cristo:  la corona di filamenti colorati che circonda l’ovario era la corona di spine; i 5 stami, le 5 ferite di Gesù; i 3 stigmi, i 3 chiodi; i 5 petali ed i 5 sepali gli apostoli rimasti fedeli a Gesù; l’androginoforo la colonna della flagellazione ed i viticci i flagelli mentre le 5 antere le 5 ferite.

Appena rientrato in patria fece vedere la pianta a Padre Giocomo Bosio, e ne fu talmente affascinato che scrisse, nello stesso anno, un “Trattato sulla Crocifissione di Nostro Signore” con la prima descrizione del fiore che venne chiamato Passione incarnata. Ma fu Linneo che nel 1753 classificò questa pianta e mantenne il nome “Passiflora” che deriva appunto dal latino “Flos passionis = Fiore della passione”, altro nome con il quale è conosciuta questa pianta, “Pianta della passione“.

Data la sua origine, nel linguaggio ottocentesco dei fiori la Passiflora è il simbolo della Fede religiosa.

MORFOLOGIA

Il fusto è di consistenza e forma variabile. Ad esempio nelle specie rampicanti è cavo al suo interno e di un bel colore verde intenso che nelle specie di una certa età può diventare legnoso. Può essere a sezione circolare oppure a sezione quadrangolare, triangolare o poligonale. Quando la pianta è coltivata all’aperto e si è adattata all’ambiente di coltivazione, forma dei cespugli molto densi ed intricati raggiungendo anche notevoli altezze. Viene infatti normalmente utilizzata per fare pergolati.

Possiedono un apparato radicale che si può sviluppare parecchio in profondità.

Le foglie sono alterne e hanno forma, dimensioni e consistenza molto diverse a seconda della specie. Ritroviamo infatti piante con foglie di pochi mm come nella P. gracillima per arrivare alla P. gigantifolia con foglie di oltre un metro di lunghezza.

In alcune specie, in particolare in quelle rampicanti si ritrovano all’ascella delle foglie dei viticci che servono alla pianta per ancorarsi ai diversi supporti. In alcune specie i viticci sono trasformati portando all’estremità dei piccoli dischi che ricordano una ventosa (lo ritroviamo nella P. discophora e nella P. gracillima), per aderire con maggiore forza al supporto.

La particolarità sono i fiori che assumono delle forme uniche in natura.

I fiori del fiore della passione tra i più belli esistenti in natura, sono per lo più ermafroditi e solitari (raramente sono in coppia o in racemi) di dimensioni molto variabili dai pochi millimetri a parecchi centimetri. Si pensa che la pianta abbia sviluppato il suo tipico apparato fiorale per attirare gli insetti necessari alla sua impollinazione. I fiori della passiflora possono avere colori e dimensioni che variano in base alla specie.

Il frutto può avere dimensioni, forme (ovolidali o allungate) e colori (giallo, blu, viola o nero)  diversi a seconda della specie e al suo interno è formato da una polpa gelatinosa che contiene i semi.

In moltissime specie i frutti sono commestibili.

semi sono numerosi, per lo più piatti, scuri, più o meno cuoriformi, provvisti di cuticola rugosa e di un arillo carnoso e sono di piccole dimensioni.

La Passiflora caerulea è l’unica specie coltivata in Italia che sopporta il gelo invernale dei nostri climi. Originaria del Sudamerica, vigorosa pianta rampicante con lunghe ramificazioni dotate di robusti viticci che le permettono di ancorarsi facilmente a qualunque supporto, foglie persistenti o semi-persistenti, palmatofite a 5-7 segmenti, di colore verde scuro, fiori larghi anche 8–12 cm, attiniformi, ermafroditi, ascellari e solitari di circa 10 cm di diametro, di colore bianco-verdastro, con 5 petali bianco-rosati, 5 sepali che circondano una doppia corona di filamenti bianchi, blu, purpureo-scuro, lilla o violacei, che a loro volta circondano le antere dorate, 5 stami e gineceo con 3 carpelli dai grossi stimmi; fioriscono nei mesi estivi da giugno a settembre. I frutti sono bacche oblunghe globose edùli, con arillo carnoso contenenti numerosi semi.

In linea generale, le specie che si adattano ai climi mediterranei, vivono bene a temperature comprese tra 18-27°C d’estate e 10 °C d’inverno.

Devono essere sistemate in posizione soleggiata, preferibilmente a sud. In ogni caso, la luce deve essere ottima e abbondante.

Se allevate in vaso, durante la bella stagione è opportuno che vengano portate all’aperto, una volta che le temperature si saranno stabilizzate.

Gradiscono posizioni riparate senza troppo vento fissandole a dei tralicci di legno ed è importante che ci sia sempre un buon ricambio dell’aria facendo attenzione alle correnti d’aria fredda che non sono in alcun modo gradite.

ANNAFFIATURA

Dalla primavera e per tutta l’estate va annaffiata abbondantemente in modo che il terriccio rimanga costantemente umido (non bagnato) e senza lasciare ristagni idrici nel sottovaso.

Durante l’inverno si annaffia con più moderazione mantenendo sempre il terriccio leggermente umido.

Tutte le specie ornamentali si prestano alla coltivazione in serra o negli appartamenti, richiedono ambienti caldi, luminosi, con una buona umidità nell’aria, concimazioni ogni 15 giorni nella bella stagione, con fertilizzanti liquidi, annaffiature abbondanti; in primavera rinvasare o rinterrare usando terriccio universale; si deve praticare una drastica potatura alla ripresa vegetativa, per mantenere un aspetto compatto alla pianta ed avere robusti getti fioriferi.

La Passiflora non sopporta in alcun modo i ristagni idrici nel terreno, pertanto sia in vaso che in piena terra è necessario aggiungere un po’ di sabbia per migliorare la struttura del terreno al fine di garantire un rapido drenaggio delle acque in eccesso.

La moltiplicazione avviene per taleapropaggine o con la semina.

Se la pianta viene piantata all’aperto ed avete a che fare con un terreno argilloso, assicuratevi prima dell’impianto di fare uno scavo profondo e di mescolare al terreno della sabbia (circa il 30%) per migliorare il drenaggio ed assicurare che il terreno di scaldi rapidamente in primavera. Assicuratevi di sistemarla in una zona protetta, esposta a sud.

Un buon terriccio è fondamentale per assicurare una florida crescita ed una buona fioritura. La prima cosa da tenere presente è che deve avere come caratteristica primaria la possibilità di consentire un rapido sgrondo delle acque in eccesso.

Una miscela potrebbe essere così costituita: 1 parte di terriccio fertile, 1 parte di torba, 1 sabbia. Sono da evitare i terreni pesanti, argillosi, che portano con se due svantaggi: non permettono alle radici di approfondirsi nel terreno specialmente se la pianta è giovane e trattengono troppa acqua che provoca dei ristagni, molto pericolosi per questa specie.

Qui un’interessante link per avere un quadro di alcune specie da noi arrivate e che potete acquistare in particolare per seme on-line.

In genere le piante di passiflora fioriscono già tra il primo ed il secondo anno e al secondo possono regalare già frutti.

E’ importante non eccedere con l’azoto se si vuole avere una pianta con una bella fioritura. Infatti in questo caso la pianta tenderà più a sviluppare le parti verde che i fiori. Viceversa alte dosi di potassio favoriranno la fioritura.

Se avete la possibilità possono duplicarsi anche per talea o prendendo qualche pollone dalla pianta madre.

PROPRIETA’

Le specie utilizzate a scopi medicinali sono la P. caerulea, la P. incarnata e la P. edulis., se ne utilizzano le parti verdi, ricche di flavonoidi e alcaloidi indolicimaltolo e acidi grassi, raccolte da giugno a settembre e fatte essiccare all’ombra in luogo arieggiato.
Nell’antichità già gli Aztechi, utilizzavano la passiflora come rilassante. L’infuso, lo sciroppo e l’estratto fluido hanno proprietà sedative del sistema nervoso.

Dalle ricerche effettuate fino ad oggi si evince che il componente a cui può essere attribuita la maggior parte dei benefici della passiflora è la crisina, un flavonoide dalle potenti azioni ansiolitiche, antiossidanti e antinfiammatorie. È capace di agire, oltre che sulla mente, anche sulla muscolatura liscia, come quella gastrointestinale e bronchiale. Proprio per questo, può ritardare, ma non evitare, l’insorgenza di crisi asmatiche e ridurre gli spasmi gastrici e la sindrome da colon irritabile di origine nervosa.

È indicata anche per i disturbi che si presentano durante la menopausa.

Viene usata spesso anche per i chi soffre d’insonnia e la cosa positiva è che induce un sonno quasi fisiologico, senza causare né stordimento al risveglio, né assuefazione.

Come tutti i rimedi naturali che non mi stancherò mai di dire anche se non contengono molecole artificialmente create possono comunque avere effetti collaterali per cui bisogna seguire indicazioni del medico o erborista. La passiflora viene sconsigliata in gravidanza perché può provocare contrazioni uterine. Il suo utilizzo è inoltre sconsigliato nelle due settimane precedenti un eventuale intervento chirurgico, perché potrebbe interferire con l’anestesia e con altri farmaci che agiscono a livello cerebrale. La stessa cosa vale per i sedativi: combinarli potrebbe portare a una sonnolenza eccessiva. Infine, non deve essere associata alla caffeina, perché potrebbe provocare un innalzamento della pressione sanguigna.

(fonti e approfondimenti dal web )