Il paradiso perduto delle ginestre sul Vesuvio

Prima di parlare di questa meravigliosa, forte e generosa pianta volevo fare cenno al barbaro incendio di questa estate che ha distrutto parte del verde del parco Nazionale del Vesuvio. Il dolore per ciò che abbiamo perduto non ha parole, meta inoltre di tante escursioni organizzate da Econote, ma l’urlo di denuncia risuona ancora più forte ed è per questo che ribadisco il nostro dovere ad avvisare subito quando si avvistano incendi di qualsiasi natura e grandezza essi siano.

Col nome di Ginestre vengono comunemente indicate quelle piante cespugliose che nei periodi primaverili colorano di giallo il paesaggio mediterraneo con i loro fiori spesso intensamente profumati. Sono tutte esponenti della Famiglia delle Leguminose o anche dette Fabaceae.

E’ stata una sorpresa scoprire che vi sono ginestre alte fino a 10 metri (Genista aetnensis), ma ancor più sorprendente è stato scoprire l’esistenza di una ginestra di colore bianco (Retama monosperma) più che di grande famiglia botanica questa volta si parla di tribù, infatti esistono diverse tipologie di ginestre una differente dall’altra per caratteristiche ed esigenze.

La ginestra dell’Etna (Genista aetnensis) è una pianta della famiglia delle Fabaceae, endemica di Sicilia e Sardegna ma è stata introdotta per rimboschimento sul Vesuvio e secondo alcuni studiosi addirittura invasiva a tal punto che temonno possa “cancellare” il Vesuvio.

Ringrazio infinitamente la guida naturalistica Umberto Saetta per averci permesso la pubblicazione  delle sue foto e  per le didascalie dettagliate e appassionate che le accompagnano. Uno spettacolo che lascia senza parole solo ad ammirarlo in foto figuriamoci dal vivo… speriamo che il paradiso delle ginestre torni presto sul nostro amato Vesuvio.

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Distesa di ginestre: Sullo sfondo uno dei conetti secondari del Somma Vesuvio, ammantato di Ginestre Aethnensis, tutta la piana è piena di arbusti che arrivano ad una altezza superiore ai due metri.

 

 

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Meravigliosa esplosione in primo piano a sinistra è sempre l’etnea, si riconosce dalle lunghe foglie ad ago e dalla assenza di foglioline, sullo sfondo il cratere Vesuvio il giallo delle ginestre che lo coronano spiccando tra le verdi conifere da l’idea dell’altezza dell’arbusto

 

 

 

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Ginestra bianca, dallo stelo spigoloso con la presenza di foglioline e forma cespugliosa, a prima vista sembrava una spartium non avendo mai visto la Retama, l’ho fotografata sul versante di un dilavamento che scende dal lato sud – orientale del cratere, creando un profondo solco attraversato da un ponticello percorso da centinaia di visitatori che  salgono su al Gran Cono. Lei è lì da sola, indomita, nella sua smisurata bellezza rappresenta un atto di volontà, in nome della forza che ti radica alla vita, aggrappata alla schiena del creator Vesevo davanti ad uno dei panorami più belli al mondo, Napoli ed il suo golfo, lei è lì da sola nella sua resiliente bellezza ed il mondo è il suo.

 

Le ginestre della meravigliosa esplosione, dopo l’incendio di luglio si sono ridotte a questo, molte sono sopravvissute, poi è notorio che la ginestra predilige i terreni aridi e quelli attraversati dal fuoco. Lo spettacolo per il momento è desolante, ma la resilienza delle ginestre è proverbiale quindi solo l’anno prossimo riusciremo a sapere quali danni realmente sono stati apportati alle piante.