La dieta mediterranea è un modo di alimentarsi, seguendo le regole e i dettami diffusi in in tutto il bacino del Mediterraneo (come Grecia, Italia, Marocco, Spagna, Cipro, Croazia, Portogallo) a partire dagli anni 50′ del XX secolo.
Il primo a parlare di Dieta Mediterranea, è stato il fisiologo statunitense Ancel Keys nel suo ormai leggendario Seven Country Study. La ricerca permetteva di comprendere che gli alimenti tradizionalmente consumati in questi paesi portavano benefici per la salute, e che nonostante le distanze geografiche avevano delle pratiche comuni.
I popoli che vivevano lungo del coste del Mediterraneo infatti avevano in comune moltissimi aspetti: climatici, stili di vita ( per lo più di tipo semplice e legati al mondo contadino) per cui l’alimentazione di cui involontariamente le popolazioni facevano riferimento era quello offerta, in gran parte dai prodotti della Terra, olio extravergine di oliva, frutta e verdura,cereali formaggi da latte e in minima quantità carne.
Le grandissimi implicazioni storiche a antropologiche della Dieta Mediterranea hanno portato l’UNESCO ad inserirla come Patrimonio Immateriale dell’umanità dal 2013, inoltre proprio in Campania e più precisamente a Pollica, grazie al massiccio lavoro del sindaco Angelo Vassallo, dal 2010 è stato inaugurato il Centro Studi della Dieta Mediterranea, ed è diventata in tutto il mondo simbolo stesso di un modo di alimentarsi sano e che parte proprio dai prodotti che in quelle zone hanno sfamato per decenni intere famiglie.
Ma perché la dieta mediterranea è così importante?
Alcuni importanti studi, ormai cardine della comunità medico-scientifica hanno provato che le popolazioni che vivevano in queste aree avevano un aspettativa di vita tra le più alte al mondo e un incidenza di malattie come cardiopatie ischemiche, alcuni tumori, e alcune malattie croniche relative alla dieta nettamente minore. Questo avviva nonostante l’elevata abitudine nonostante spesso la condizioni di vita e le abitudini non proprio eccellenti.
Le caratteristiche della dieta mediterranea sono: abbondanti alimenti di origine vegetale (frutta, verdura, ortaggi, pane e cereali -soprattutto integrali-, patate, fagioli e altri legumi,noci, semi) ; frutta fresca come dessert giornaliero, dolci contenenti zuccheri raffinati o miele poche volte la settimana; olio di oliva come principale fonte di grassi; latticini (principalmente formaggi e yogurt) consumati giornalmente in modesta-moderata quantità; pesce e pollame consumato in quantità modesta-moderata; da zero a quattro uova la settimana; carni rosse in modesta quantità; vino consumato in quantità modesta-moderata, generalmente durante il pasto.
Secondo la Piramide Alimentare che segue il principio della Dieta Mediterranea, alla base ci sono i cereali che, assieme alle patate, rappresentano una fonte abbondante di carboidrati complessi, quindi di energia senza grassi, e di fibra.
Salendo troviamo i diversi gruppi di frutta, da assumere in dosi di circa 2-3 porzioni al giorno, gli ortaggi e le verdure, consigliate con un generico “in abbondanza”. Anch’essi contengono fibra e sostanze antiossidanti, al pari dell’olio d’oliva, da consumarsi giornalmente seppure con moderazione. Sempre da consumare ogni giorno il latte e lo yogurt.
Al centro della piramide ci sono gli alimenti da consumare non ogni giorno, ma quantomeno più volte alla settimana: sono quelli di origine animale, come per esempio il pesce, le carni bianche, i formaggi (soprattutto quelli freschi).
Da assumere decisamente con più parsimonia sono invece le carni rosse e le uova. Tra gli alimenti molto importanti ci sono poi i legumi, che rappresentano un’ottima fonte di proteine vegetali. Al vertice della piramide ci sono infine gli alimenti da consumare con moderazione: gli zuccheri, vale a dire i dolci, le salse, i grassi animali (burro) e il vino.
Seguendo questo tipo di alimentazione, in nostro organismo dovrebbe assumere tutte le proteine, gli zuccheri, i grassi di cui ha bisogno, aiutandosi con minerali e antiossidanti provenienti dalla frutta e verdura. Infatti ha un contenuto basso in grassi saturi (inferiore al 7-8%), ed un contenuto totale di grassi da meno del 25 a meno del 35% a secondo delle zone.
Un tipo di alimentazione quindi che fa bene anche all’ambiente, oltre che agli esseri umani, infatti mangiando alimenti in linea con la stagionalità, seguendo i ritmi della Terra evitando le coltivazioni intensive; inoltre lo scarso consumo di carne permette di non affaticare gli animali con allevamenti e ritmi innaturali per la loro crescita.
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