Regali di Natale? Regaliamo i prodotti delle zone terremotate

L’Italia negli ultimi mesi ha subito due terremoti devastanti: il primo il 24 agosto alle 3.36 di notte con una forza di 6.0 di magnitudo, colpendo comuni Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto, Norcia solo per citare i più noti.
Oltre 300 i morti, tantissimi i feriti, ancora di più gli sfollati, interi paesi rasi al suolo.
Ma come se tutto ciò non bastasse il 30 ottobre alle 7.40 di una tranquilla domenica mattina la Terra ha tremato di nuovo in modo molto più violento, devastante e nelle stesse zone, andando a colpire paesi già duramente provati dalle scosse dell’estate. La forza è stata di 6.5 e si è arrivati a percepirne il tremore fino in Austria.

Per fortuna in questo caso nessun morto, ma le cittadine di Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto, insieme a Norcia (questa volta epicentro e volto della devastazione così come lo era stata Amatrice) Castelluccio, Castel Sant’Angelo, Preci, Cascia, Tolentino.

Una lista di piccoli ma incantevoli borghi medioevali con bellezze artistiche e architettoniche uniche al mondo, centri in cui passare le vacanze e fine settimana immersi nel relax, ma anche centri produttori di eccellenze gastronomiche uniche al mondo.

Infatti  zona tra le Marche e l’Umbria con la loro vastità di aree verdi, complici microclimi particolari e una millenaria vocazione all’allevamento e agricoltura, possono vantare una quantità di leccornie senza precedenti.

E allora ecco, che viene un pensiero, cosa possiamo fare per aiutare veramente le popolazioni colpite dal sisma? Acquistare i loro prodotti!
Magari usarli come regalo di Natale. Un bel sacchettino di lenticchie di Castelluccio, sono piccole, gustose cuociono in 10 minuti, e hanno un gusto delicatissimo, ah sono facili da reperire anche al supermercato.

Ma in che modo il nostro acquisto aiuta le popolazioni?

Il sisma ha purtroppo distrutto non solo case, ma anche stalle, fabbricati rurali, aziende, in un’area fortemente votata all’allevamento. Coldiretti Marche ha lanciato l’allarme secondo cui sarebbero oltre 900 le aziende agricole  che oggi rischiano di chiudere. Attive soprattutto nell’allevamento  di mucche e pecore al pascolo, con la produzione di carne, formaggio ed eccellenze come il Vitellone Bianco Igp o il pecorino dei Sibillini.

Comprare i loro prodotti vuol dire far aumentare la domanda, smaltire i prodotti che si sono salvati e che sono ancora nei magazzini, e dare un incentivo per la ricostruzione e nuove richieste di produzione.

Tra l’altro sono tutti prodotti d’eccellenza Igp, e farete un figurone nel presentarvi con questo regalo. Ovviamente per agevolarvi ancor più la scelta vi proponiamo un elenco dei prodotti da acquistare.

  • Lenticchia di Castelluccio Igp : il suo uso è antichissimo e risale almeno a 5 mila anni fa. Questa varietà, dal sapore intenso, di coltivazione esclusivamente biologica, ha dimensioni molto piccole e per questo non necessita di restare in ammollo per la cottura per cui bastano 10 minuti. Ha un simpatico colore aranciato e una straordinaria resistenza ai parassiti.Viene seminata, non appena il manto nevoso è completamente disciolto e raccolta verso la fine di luglio.
  • Tartufo nero: raccolto da dicembre a marzo, è utilizzato sia crudo che scaldato in molte ricette tradizionali, sia con primi piatti che con carni.  Ritenuti un ingrediente prezioso fin dall’antichità, i greci erano convinti che si formassero dalla combinazione di acqua, calore e fulmini.
  • Salumi: la zona di snodo tra Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo è caratterizzata da allevamenti ovini, suini e bovini, tra cui il vitellone bianco Igp dell’Appennino Centrale. I Monti Sibillini ospitano diversi produttori, alcuni con allevamento proprio di suini allo stato brado, come per esempio il porco cinturello orvietano.  Nel reatino invece, tra gli allevamenti di pregio, c’è il suino nero. In tutta l’area è tradizionale la produzione di lonze, salami di fegato, salsicce di cinghiale e altri prodotti che tradizionalmente si acquistano nelle norcinerie, locali destinati alla lavorazione e alla vendita della carne suina, che devono il nome alla città di Norcia, la «capitale dei salumi».
  • Guanciale Amatriciano: la famosa amatriciana deve il suo nome al salume che ne caratterizza il sapore. Dalla caratteristica forma triangolare, è caratterizzato da un sapore dalle note piccanti e leggermente affumicate, e ha una consistenza più dura rispetto alla comune pancetta.
  • Ciauscolo di Visso: rimaniamo sempre nella categoria dei salumi, ma il Ciauscolo merita un discorso a parte, è un salume più che unico nel suo genere, è un salume spalmabile ( altro che spuntì) adagiato su fette di pane caldo sarà l’aperitivo perfetto per le vostre sere di festa.
  • I formaggi: quello di fossa di  Sogliano solo per citarne un , prodotto con latte ovino e vaccino, proveniente da allevamenti locali. Tra le eccellenze di Norcia ci sono invece la caciotta dolce, ma anche quella al tartufo e la ricotta salata.
  • Lo zafferano: noto è quello di Cascia  dove terreno, clima e ambiente consentono alla delicata pianta di crescere e svilupparsi mantenendo integre le sue proprietà. Lo zafferano è utilizzato in numerose preparazioni culinarie e si ricava dagli stimmi essiccati dei fiori violetti del Crocus Sativus, una minuscola ma coloratissima pianta che non supera i 13-14 centimetri. Nell’ascolano viene coltivato nella zona di Roccafluvione.

La lista è lunga e gustosa, adatta al regalo più economico ( un pacco di lenticchie costa intorno ai 3 euro) fino a quello più pregiato del tartufo. Un pensiero sicuramente gradito e che arriverà al cuore dell’Italia.