Gli effetti del gelo sull’agricoltura: perdite e rincari

Siamo in piena Primavera ma il tempo sembra non essersene accorto. Lo spring storm una perturbazione gelida di origine artica è piombata sull’Italia portando maltempo e un abbassamento delle temperature fino a 0°. Gli effetti che sta avendo sono devastanti sull’agricoltura. Se questo non bastasse si associa ad un clima di siccità con precipitazioni che si sono dimezzate ad Aprile ( inferiori al 47,4% rispetto alla media stagionale).
Per gli agricoltori la primavera rappresenta un momento importantissimo dell’anno. E’ in questa stagione che si creano le fioriture per tutto quel comparto produttivo che va dai vigneti al mais, passando per i cereali e l’ortofrutta senza dimenticare la produzione vinicola. Le gelate notturne  di questi ultimi giorni, ne bloccano le germogliazioni.
L’unica alternativa che hanno i produttori è cercare di arginare il problema con due metodi: aumentare la temperatura del terreno creando fuochi controllati tra i filari di coltivazione; proteggere con teloni e paglia gli orti più delicati.

Le zone colpite vanno dal Nord al Sud

La lista delle zone compite è lunga:  va dal Nord al Sud. Il conto più salato è stato pagato da dalle vigne della Valle D’Aosta decimando le produzioni di  Blanc de Morgex e de La Salle. Anche Lombardia,  Valtellina e  Piemonte terre di produzioni d’eccellenza dal Merlot al Caberet allo Prosecco, fanno la conta dei danni.
In Emilia Romagna, Toscana, Campania, Sardegna ad essere colpiti sono i frutteti di albicocche pavesi, alle ciliegie di Vignola. Distrutti i finocchi nelle Marche e i cerali in Basilicata. A risentire del gelo non sono solo gli alberi ma anche le coltivazioni orticole all’aperto che significa che in molte regioni erano già stati tolti i tessuti da serra.  A rischio quindi: asparagi, fave, fragole, insalate, fagiolini, zucchine, patate e pomodori. Ortaggi notoriamente primaverili.

La Puglia è tra le regioni più ferite secondo Coldiretti,  “proprio per la sua vocazione agricola è quella che sta contando maggiori danni”, valutati per oltre 110 milioni di euro.
Anche in Campania i danni sono imponenti, intorno ai 100 milioni di euro, in gran parte dovuti alle produzioni fortemente compromesse, con Avellino e Benevento le province più colpite. Una perdita importante inoltre che accomuna le due regioni da sempre votate all’olivocoltura per la produzione dell’olio, che quest’anno rischia di essere fortemente danneggiata.

La stima dei danni e il costo per la aziende

E’ ancora presto per quantificare i danni visto che il mal tempo continua ad imperversare su tutta la penisola. Una stima complessiva iniziale, secondo Coldiretti,  si aggira però  con una quota di  700 milioni. Il calcolo va tra i  danni alle produzioni e mancata commercializzazione dei prodotti (400 milioni), alle strutture (oltre 250 milioni) cui si devono aggiungere spese aggiuntive (25-30 milioni) come quelle per il riscaldamento di serre e allevamenti. Coldiretti calcola che sono oltre 10mila le aziende coinvolte. Quello che appare già certo è un dimezzamento nella consegna degli ortaggi e una riduzione della produzione del latte del 30%.

Una evidente anomalia, afferma Coldiretti che conferma i cambiamenti climatici in atto che in Italia si manifestano con ripetuti sfasamenti stagionali. Per poi ripercuotersi in eventi estremi con il rapido passaggio dalla siccità all’alluvione. Precipitazioni brevi e violente accompagnate anche da grandine con pesanti effetti sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro a causa delle bizzarrie del tempo.

 Ma quali danni per i consumatori?

I danni però non riguardano solo l’agricoltura, perché come sempre in momenti difficili e di grande confusione sono i furbi a farla da padrone. L’effetto più prevedibile è un aumento dei prezzi di frutta e verdura con una forbice che va dal +37 al +200%. In realtà però le quotazioni di mercato sui campi non hanno subito alcun aumento. I rialzi sono quindi ingiustificati e riguardano nello specifico anche prodotti che non sono stati colpiti dal gelo come alcune varietà di mele, pere e kiwi, già presenti sulle nostre tavole. Differente è invece il caso degli agrumeti gravemente colpiti. Inoltre, ammonisce Coldiretti, massima attenzione anche alla provenienza dei prodotti che mai come in questi casi di mancanza di approvvigionamenti si potrebbe far spacciare per italiano quello che non lo è.