Dall’Atmosfera all’Oceano

A 10.901 metri sotto il livello del mare, nell’Oceano Pacifico, ad est delle isole Marianne, corre una lunga cicatrice sul fondo marino lunga 2.500 Km. È la Fossa delle Marianne, la fossa oceanica conosciuta più profonda al mondo, con un massimo di profondità di circa 10 Km (2 Km in più rispetto all’altezza dell’Everest).

Proprio li, dove la luce solare non riesce ad arrivare, è giunta una sonda marina diretta da ricercatori internazionali. Dopo 3 ore di caduta libera per raggiungere il fondale, la piattaforma ha iniziato ad eseguire le sperimentazioni programmate. Dalle analisi fatte in loco, pare che quest’enorme fenditura sul fondale oceanico sia capace di contenere grosse quantità di CO2, sottratte dall’atmosfera. Tale fenomeno rientrerebbe a far parte del grosso equilibrio di emissioni/sottrazioni che governa la composizione della nostra atmosfera e, quindi, l’ecosistema terra.

Solo due uomini arrivarono sul fondo della Fossa delle Marianne: Jacques Piccard e Don Walsh, era il 1960. Al fine di render abbastanza pesante il batiscafo (di nome Trieste, della U.S. Navy) furono usate palle di cannone e benzina come zavorra. Piccard racconta: “Il fondo appariva luminoso e chiaro, un deserto che faceva trapelare diverse forme di diatomee [alghe unicellulari]

Il risultato di quest’emozionanti esplorazioni ci insegnano quant’è complesso il nostro pianeta e di come tutto sia collegato e ben equilibrato. Una macchina perfetta capace di autorinnovarsi. Essendo noi parte “del tutto”, deve crescere e radicarsi la nostra responsabilità nei riguardi di quest’equilibrio, senza il quale la vita come la intendiamo non si sarebbe sviluppata.