Di nuovo Napoli in prima pagina, ci butti l’occhio un pò perplessa e scopri che in realtà è una bella notizia. Una di quelle che ti fa inorgoglire delle tue origini e ti mostra uno spaccato edificante della terra che ami. Come se avessi nelle mani una splendida farfalla colorata da mostrare agli altri solo un secondo prima di farla tornare a volteggiare.
Ma prima di perdermi in divagazioni vado al dunque.
La Repubblica nazionale parlava degli ‘Angeli della monnezza‘: “Hanno messo le braccia al posto delle parole, quello che fa un piccolo risorgimento al suo primo varco. Hanno cominciato con una piazza, due scope e guanti spaiati da chirurgo. Ora sono duecento alle assemblee pubbliche e tremila soltanto su uno dei social network coinvolti, e hanno adottato quattro aree della città. A volte basta che sia uno a indicare: “La città è nuda”. Succede che, allo sbando, si trovino le forze“, riporto fedelmente dall’incipit del pezzo.
Mi sono incuriosita e così mi sono iscritta alla pagina fan Cleanap Piazza Pulita, ho aggiunto l’utente Coordinamento CleaNap Piazza Pulita, e li ho contattati per un’intervista. Questa qui, grazie mille ad Emiliana!
– Come è nato Cleanap?
CleaNap è nato dopo un sabato pomeriggio al centro storico in compagnia di amici, “emigrati” a Torino, si discuteva sulla vivibilità della nostra città, sul degrado, sull’incuria. Sono tornata a casa ed ho lanciato un appello via facebook e tramite il mio blog. E se invece di parlare, provassimo a fare qualcosa di concreto? I meccanismi di condivisione dei social network hanno fatto il resto: dopo una settimana in Piazza Bellini, circa 100 persone.
– Da chi è partito?
Da me – (ndr Emiliana Mellone) – ma come tengo sempre a ribadire, la fase creativa non avrebbe senso se non ci fossero le condizioni operative. Quindi CleaNap è ogni suo singolo partecipante con il proprio libero contributo, spende un paio d’ore curando la nostra città.
– Qual è il messaggio volete lanciare?
Il nostro è un monito, perché ovviamente le nostre azioni sono puramente simboliche. Un monito pluridirezionale che intende arrivare ai nostri concittadini in primis. Ciascuno deve cambiare il proprio stile di vita, renderlo ecocompatibile, produrre meno rifiuti, differenziare. Basta con la strafottenza, la città è un bene comune, di tutti. Tutti ne dobbiamo poter fruire al meglio. Ancora, ci proponiamo nello specifico di lanciare un segnale agli esercenti che lavorano nelle piazze che andiamo a”colpire”: se ciascuno facesse un minimo di manutenzione sociale, tutti ne trarrebbero benefici. Nello specifico, anche economici, dal mio punto di vista. Infine, le istituzioni: se noi cittadini riusciamo in poche ore a pulire un intera piazza, chi di dovere ne deve prendere atto e pretendere che chi è pagato per questo lo faccia al meglio!
– Che criterio avete usato nello scegliere le zone da pulire?
Per questa serie di azioni CleaNap ci siamo concentrati sul nostro centro storico. Abbiamo appreso con tristezza che l’Unesco ha nel corso dell’anno più volte messo in dubbio i nostri siti in quanto Patrimonio mondiale dell’Umanità, noi invece questo riconoscimento lo vogliamo, perciò abbiamo insistito su quei luoghi, dove la bellezza del patrimonio è mortificata dal degrado.
– Quali zone o monumenti avete toccato fino ad ora?
Siamo stati in Piazza Bellini l’11 giugno, Largo Banchi Nuovi e piazza San Giovanni Maggiore il 26 giugno, l’8 luglio a Porta Capuana e ci apprestiamo ad andare a Santa Maria La Nova domenica 24 luglio.
– Che risposta avete ottenuto dalla gente comune?
La gente ci ringrazia, ci coccola offrendo acqua, perché si rende conto che effettivamente la situazione è paradossale. Non toccherebbe sicuramente a dei cittadini scendere in piazza con scope e guanti. Molti si uniscono a noi di getto, molti poi restano in contatto via internet. La soddisfazione maggiore è venuta dalla zona di Porta Capuana, luogo
in cui il substrato sociale è abbastanza problematico. Lì, invece, bambini , “scugnizzelli” d’origine rom, clochard, tutti hanno cercato di collaborare e di rendersi utili. Capisci che l’inclusione sociale è la chiave di volta per qualsiasi cambiamento.
– Quali sono le prossime tappe?
Prossima tappa Santa Maria La Nova, ore 17.30. Per il futuro vedremo. Speriamo che ogni azione sia l’ultima: significherebbe che la nostra città non ne ha più bisogno.
– Quando ripassate dove avete pulito come ritrovate?
Purtroppo la nostra azione è limitata nel tempo. Ma l’efficacia è un obiettivo secondario: ciò che ci preme è lanciare il messaggio: se si vuole si può! Seppure riuscissimo a “convertire” una persona su 100, sarebbe comunque un successo per noi tutti.
– Dedicarsi così tanto a un luogo della tua città te lo fa sentire più ‘tuo’?
Assolutamente si. Ti fa sentire bene, ti fa sentire utile, nel nostro piccolo. E’ una sensazione che solo chi è stato partecipe può riuscire a provare. Bellissima.
– Come si fa a entrare a far parte del gruppo?
Noi non siamo nulla di formalizzato, le nostre azioni sono una sorta di flash mob: c’è un appuntamento diffuso via facebook e sul blog www.cleanap.wordpress.com, chiunque vuole prendervi parte è il benvenuto. L’unica cosa che chiediamo è portare un paio di guanti ed armi da pulizia a piacimento, che una volta in piazza diventano “bene comune”!
– Durante la pulizia del posto date qualche consiglio sul corretto smaltimento dei rifiuti, ad esempio?
Ovviamente si, differenziamo rigidamente, mettiamo da parte i rifiuti speciali e portiamo il tutto a destinazione nelle isole ecologiche. Per far fronte ai rifiuti derivanti dalla aiuole e dagli alberi, abbiamo in progetto la costruzione di una compostiera, per domenica prossima. Verrà creata in piazza e poi affidata a qualche volenteroso!
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