Come stiamo reagendo ai cambiamenti climatici

Articolo aggiornato il 21 Settembre 2017

Il Guardian pubblica un grafico molto interessante realizzato sulla base di una ricerca condotta dalla Smith School di Oxford: una realtà collegata alla famosa università, che in Inghilterra mira a studiare e analizzare le aziende e il loro impatto sull’ambiente, fornendo consulenza e risorse ad attività pubbliche e private che vogliano ridurre o comunque  modificare il loro comportamento su tematiche ambientali.

Ed è proprio la Smith School che ha “dato i voti” alle varie  nazioni del mondo, quasi tutte: i voti in base alle azioni e agli impegni presi sul tema del cambiamento climatico. Il grafico che ne risulta è molto utile per capire quali siano, più o meno, i buoni e i cattivi su questo tema. La scala dei voti – da MOLTO BUONO a MOLTO SCARSO – evidenzia come Usa, Canada, Australia, Arabia Saudita, Iran, Pakistan, siano i peggiori paesi  in questo senso. Tra quelli più attivi troviamo Messico, Brasile, altri paesi del Sudamerica, quasi tutta l’Europa (tranne i paesi balcanici, nella media) Giappone e Scandinavia.

Attenzione: questo ovviamente non significa che  siano tutte nazioni da prendere come modello, né che tutte quelle “verdi” siano esempi virtuosi. Significa però che queste nazioni – secondo la Smith School – hanno in qualche modo preso atto del cambiamento climatico e si stanno impegnando con azioni di vario tipo per reagire nel modo migliore.