Oggi è un grande giorno per le battaglie contro il cambiamento climatico. La cosa positiva è che in questo caso la protesta, partita dal basso, ha coinvolto soprattutto gli studenti. I giovani, il nostro futuro, i giovani che spesso denigriamo, che accusiamo di superficialità o pochi interessi concreti.
Oggi infatti migliaia di studenti in tutto il mondo parteciperanno al “Venerdì per il futuro”. Si tratta di uno sciopero per il clima, organizzato al fine di chiedere ai governi politiche per contrastare il riscaldamento globale.
Parte tutto da lei, ovviamente ormai è un volto noto, una personalità attiva e una delle voci ecologiste più importanti al mondo, nonostante la giovanissima età. Greta Thunberg, studentessa appena sedicenne, che viene dalla Svezia e forse ha una visione più attenta e un rispetto per l’ambiente che in altre parti del mondo i giovani non sempre hanno. La sua protesta è iniziata in sordina, ma poi ha trovato un’eco sempre maggiore. Dal 20 agosto dello scorso anno la Thunberg iniziò a non presentarsi a scuola il venerdì chiedendo al governo svedese di preoccuparsi di più per l’ambiente. Andava davanti al Parlamento svedese col cartello “Skolstrejk för klimatet” (“Sciopero scolastico per il clima”). Da lì la protesta è continuata, senza soste, ogni venerdì.
Da solitaria, è diventata globale. Ora quindi siamo arrivati a questo sciopero, grandissimo, diffuso in tutto il mondo grazie al sostegno di diverse associazioni ambientaliste. E ha conquistato gli studenti ai quattro angoli del globo. Oggi questa protesta, grande, importante, sebbene la piccola grande donna sia stata spesso attaccata per la sua protesta. Ma il suo attacco è molto importante, per vari motivi.
Anche la rivista Time ha inserito la Thunberg tra gli adolescenti più influenti del 2018. E’ sicuramente la donna più famosa della Svezia e recentemente ha parlato alla Cop-24 di Katowice, con grande piglio e maturità.
Senza volerla caricare troppo di responsabilità, ma ha creato qualcosa di unico. E per questo fa paura ai potenti. Noi siamo dalla sua parte, perché crediamo che i piccoli cambiamenti, se messi tutti insieme, possono diventare grandi e rivoluzionare il mondo.
Quindi bravi studenti, manifestate e ribellatevi a questo stato di cose. I governi dei potenti, ma anche noi, singoli, abbiamo sfruttato questo mondo ben oltre le sue possibilità. Forse però non è troppo tardi, dateci una mano a cambiare le cose.
Gli studenti oggi nel nostro paese manifestano in almeno 180 città. Roma, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo, Perugia, Cagliari, ma anche tanti piccoli centri.
La protesta in diretta da Milano.
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