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Un’aquila allo stadio

Olimpia (o Olympia, in rete vengono usate entrambe le versioni) è il nome dell’esemplare di aquila reale americana scelta come mascotte dalla Lazio ed usata come attrazione presso lo stadio Olimpico. Olimpia ha cinque anni, pesa dodici Kg e vanta un’apertura alare di due metri e mezzo. Mangia una volta al giorno pollo, salmone o coniglio e dispone di un veterinario personale e di tre falconieri.

E’ stata acquistata dalla S.S. Lazio S. p. A. per 7500 Euro e successivo contratto annuale da 125000 Euro. Il capo falconiere, Juan Bernabé, percepisce 5000 Euro per ogni volo.

Olimpia è frutto di un’operazione commerciale finalizzata a riavvicinare tifosi, attrarre pubblico, aumentare l’apprezzamento nei confronti della Lazio.

Perché proprio un’aquila reale?

L’aquila attraversa millenni di cultura popolare ammantata di mito e simbologia: sovrana dei cieli per le altezze inimmaginabili raggiunte, acuta ed ingegnosa tanto da entrare nel detto popolare “quello non è certo un’aquila” ad indicare persone poco intelligenti. I capi pellerossa si cingevano il capo di penne d’aquila, considerata la manifestazione del Grande Spirito, secondo la mitologia greco-romana era la portatrice dei fulmini, secondo la tradizione cristiana è paragonabile al Cristo che eleva e porta le anime nei cieli.

Insomma, per l’ideale di forza, libertà e potenza che incarna, stati, regimi e, nel nostro caso, squadre di calcio l’hanno immortalata sulle proprie bandiere.

La scelta di utilizzarne non solo un’immagine ma anche un esemplare vivo e vegeto non è stata immune da critiche: puntuali quelle della LAV respinte niente di meno che dall’Assessore all’Ambiente Fabio De Lillo con un “Grazie a Olimpia ci sono circa 7mila bambini in più allo stadio e il mondo animale dunque non viene dimenticato”

Ma cosa viene ricordato esattamente del mondo animale? Il suo potenziale di intrattenimento? Qual è esattamente il potere educativo dell’esibizione di Olimpia?

La Lazio risponde anche tramite una collaborazione con una non meglio identificata associazione “Recupero della Fauna Selvatica” alla quale andrebbero fondi e la quale fornirebbe volatili curati e pronti per essere rimessi in libertà all’Olimpico. Ma se di fauna selvatica si tratta, come non pensare all’immenso stress e disorientamento subito da questi animali se liberati in un luogo cittadino ed estremamente antropizzato come uno stadio? Nessuna delle offerte “compensative” è convincente.

Rimane la sensazione che l’uomo si illuda, possedendo questo animale, di possederne anche la forza e la libertà.Vero atto di potere e dimostrazione di libertà di scelta sarebbe invece lasciare libero chi potremmo, in quanto specie dominante, facilmente tenere prigioniero.

Lasciamo l’ultima parola ai tifosi, coloro per i quali è stato creato il fenomeno Olimpia. Dalle pagine fb della squadra, a fianco alle foto dell’animale si legge:

“L’aquila vola, tutto il resto striscia”  (ma non ci siamo forse anche noi in quel “tutto il resto”?)

“vola sempre più in alto”

“Libertà”

“è uno spettacolo vederla volare”

“OLYMPIA MANGIA MEGLIO DE ME SENZA DUBBIO” (meravigliosa)

Irene Gozzelino

Laureata in Scienze Ambientali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha lavorato per qualche anno nel campo dell’educazione ambientale. Ricorre quotidianamente alla scrittura per raccontare e raccontarsi. Vive nella verde Berlino dove spera prima o poi di diventare abile nel parlare il tedesco quanto lo è ormai nel cucinare le patate.

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Irene Gozzelino

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