Ho conosciuto Davide Cerullo in occasione di Pozzuoli Coolturale, il primo festival del libro di Pozzuoli, che si è tenuto a fine maggio scorso.
Qui è possibile vedere un video riassuntivo della manifestazione.
Sotto un sole caldo e con il mare blu alle nostre spalle, sul piccolo e suggestivo promontorio di tufo del Rione Terra, Davide e io abbiamo parlato del suo ultimo libro a fumetti, pubblicato per Beccogiallo Editore: Soldatini di piombo, amore e morte a Scampia.
Questa è la sua storia. Una storia di riscatto e sofferenza. Di un uomo che ha vissuto l’inferno, ci è passato attraverso e ne è uscito fuori. Camorrista ancora minorenne, il carcere, la droga, la morte sfiorata. Ferito, spaesato, distrutto. Ma con una grande voglia di fare e costruire. Ricominciare da zero, dalle macerie del passato e della sua vita.
Partendo dal suo libro in realtà Davide ha toccato molti temi: sociali, educativi, architettonici. Il pubblico presente aveva gli occhi sgranati e il desiderio di saperne di più.
Scampia non è solo Gomorra, non è solo morte e droga. Per questo le scritte – alcune realizzate dallo stesso Cerullo sulle vele – ammoniscono:
NO AL TURISMO DELL’ORRORE, LE VELE NON SONO UNO ZOO, LA CULTURA è L’UNICA ARMA DI RISCATTO.
Perché io li ho visti coi miei occhi, i pullman di turisti fermarsi per fare un tour guidato nelle vele, simbolo di degrado e devastazione. Magari pagando, per vedere coi loro occhi le piazze di spaccio ammirate in film e serie tv. Ma non è solo questo Scampia, Davide Cerullo lo sa e lo grida forte, ogni volta che può, da quando ha cambiato vita: da spacciatore di droga affiliato alla camorra è diventato spacciatore di cultura, letteratura, sogni.
La sua associazione di promozione culturale L’albero delle storie agisce a Scampia e si occupa dei bambini del territorio. Lo fa insegnando ai piccoli l’importanza del tempo e della condivisione, l’importanza della natura, del rispetto, della meraviglia.
Davide la descrive così, sulla pagina facebook: “Quando i bambini tornano a casa è bello che le loro madri debbano ripulire i loro vestiti e i loro capelli dalla paglia, dal fieno, la terra da sotto le unghie e da sotto le suole dei loro stivaletti. E poi hanno un altro odore, profumano di terra, di galline, di Ciro, il nostro asinello, e questo cui assistiamo è un cambiamento meraviglioso, un cambiamento naturale. E un’altra cosa straordinaria c’è, ed è la scoperta del giorno. Il nuovo giorno non è mai qualcosa di scontato ma qualcosa di sorprendente, perché lo vivono sempre come fosse il primo giorno, tutte le volte che vengono all’Albero. Perché lo è. Perché ogni giorno è una nuova storia da scrivere, da leggere, da vivere”.
I ragazzi fanno i compiti, accudiscono gli animali, stanno a contatto con la natura. Fanno giochi, crescono insieme, in uno spazio salvato dal degrado imperante. Rivendicano il loro diritto a vivere un’infanzia felice – cosa che, tra l’altro, Davide non ha potuto fare. Ci sono galline, caprette, muli, conigli, altri animali. Ci sono giochi artigianali, costruiti insieme e per stare tutti insieme.
Davide ne parlava alla presentazione del suo libro, su quel palco sospeso nel cielo e sul mare, e aveva gli occhi che brillavano di gioia. La sua voce, però, da bassa all’inizio, subito è diventata forte, incazzata, stentorea, quando si è messa ad analizzare ciò che non va nel sistema, e l’importanza di non essere lasciati soli: da istituzioni, dalla gente. Una realtà come L’albero delle storie ha bisogno di sostegni e aiuti, per continuare a vivere e a fare del bene.
Perché basterebbe poco – porto questo messaggio con me, da quel giorno della presentazione: ognuno di noi potrebbe fare un pezzetto, e tanti piccoli pezzi potrebbero significare qualcosa di grande, di enorme. Davide disse: “in molti mi dicono sei bravo, sei coraggioso. Mi fanno i complimenti. Io gli rispondo, faccio il mio, perché non lo fai anche tu?”
Questo richiamo a un’etica, a un impegno civile quotidiano, mi si è insinuato dentro, mi ha portato a vedere le cose da un’altra prospettiva. Davide è un coraggioso e un sognatore, oltre che essere scrittore, poeta, fotografo (le sue foto sono state di recente anche pubblicate in Francia).
La sua testimonianza è forte perché conferma che dalla cultura bisogna partire per cambiare le cose. È con la cultura che si acquisiscono i mezzi per combattere il degrado.
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