Il mondo dei musei sta virando sempre più verso il verde, abbracciando pratiche sostenibili che vanno ben oltre la semplice esposizione di opere d’arte o manufatti storici. In Italia come nel resto del globo, si assiste a una crescente consapevolezza dell’importanza di ridurre l’impatto ambientale delle istituzioni culturali, trasformandole in veri e propri modelli di responsabilità ecologica.
Avere un museo “green” significa che l’istituzione adotta una serie di pratiche e politiche volte a minimizzare il proprio impatto ambientale e, idealmente, a promuovere la sostenibilità. Questo approccio olistico coinvolge diverse aree operative del museo:
Gestione degli edifici e dell’energia: Un museo green cerca di ridurre al minimo il consumo energetico attraverso l’efficientamento degli impianti di illuminazione (spesso utilizzando LED), di riscaldamento e raffreddamento (con sistemi a basso impatto come la geotermia o pompe di calore). Si punta anche all’utilizzo di energie rinnovabili come il solare. L’architettura stessa può essere progettata secondo principi di bioedilizia, massimizzando la luce naturale e l’isolamento termico.
Gestione delle risorse e dei rifiuti: Un museo sostenibile implementa politiche per ridurre la produzione di rifiuti, promuovendo il riuso e il riciclo. Nelle operazioni quotidiane, si preferiscono materiali sostenibili, durevoli e con un basso impatto ambientale, dai materiali per l’allestimento delle mostre ai prodotti per la pulizia. Anche la gestione dell’acqua è ottimizzata, spesso con sistemi di raccolta dell’acqua piovana.
Criteri di acquisto e approvvigionamento: La scelta dei fornitori e dei prodotti avviene tenendo conto di criteri di sostenibilità, privilegiando aziende con certificazioni ambientali, prodotti riciclati o riciclabili, e filiere corte per ridurre l’impronta di carbonio legata al trasporto.
Coinvolgimento del personale e del pubblico: Un museo green sensibilizza il proprio personale e i visitatori sull’importanza della sostenibilità attraverso programmi educativi, mostre dedicate a temi ambientali e la promozione di comportamenti responsabili, come l’utilizzo di trasporti pubblici per raggiungere il museo.
Gestione delle mostre: Anche l’organizzazione delle mostre segue principi di sostenibilità, cercando di minimizzare l’uso di materiali effimeri, privilegiando allestimenti modulari e riutilizzabili, e valutando l’impatto ambientale del trasporto delle opere.
Monitoraggio e rendicontazione: Un museo realmente impegnato nel diventare green monitora costantemente le proprie performance ambientali, raccoglie dati sui consumi e sui rifiuti prodotti, e spesso pubblica report di sostenibilità per rendere conto delle proprie azioni e dei progressi compiuti. Alcuni musei cercano anche certificazioni ambientali riconosciute come LEED o EMAS.
Essere un museo green significa integrare la sostenibilità in ogni aspetto della propria attività, dalla gestione delle infrastrutture alle attività culturali e all’interazione con il pubblico, con l’obiettivo di ridurre l’impatto negativo sull’ambiente e contribuire a un futuro più sostenibile.
Oltreoceano, la California Academy of Sciences a San Francisco spicca come un faro, con il suo tetto vivente che ospita un ecosistema pulsante e i sofisticati sistemi di raccolta dell’acqua piovana. A Parigi, il Museo Quai Branly fonde l’estetica con la sostenibilità grazie alla sua imponente facciata verde e all’utilizzo della geotermia per climatizzare gli spazi. Persino giganti come l’Hermitage di San Pietroburgo stanno compiendo passi significativi, investendo in illuminazione a LED per ridurre drasticamente il consumo energetico.
L’Italia non è da meno in questo movimento virtuoso. Il MUSE di Trento, con la sua architettura firmata da Renzo Piano, è un esempio emblematico di bioedilizia, dove l’efficienza energetica e l’impiego di materiali a basso impatto ambientale sono elementi fondanti. Il Mart di Rovereto ha dimostrato una sensibilità all’avanguardia, diventando il primo museo italiano a offrire la ricarica per auto elettriche e incentivando l’uso del trasporto ferroviario per i visitatori. A Roma, Explora, il museo dedicato ai bambini, produce una parte considerevole del suo fabbisogno energetico grazie a impianti fotovoltaici installati sui suoi tetti.
Anche realtà più legate al territorio, come l’Ecomuseo Terra del Castelmagno in Piemonte, dimostrano come la valorizzazione del patrimonio culturale possa intrecciarsi con la sostenibilità ambientale. In Alto Adige, il MMM Corones di Reinhold Messner si distingue per la sua efficienza energetica certificata CasaClima Classe A. A Firenze, il Museo Salvatore Ferragamo esplora la sostenibilità nel mondo della moda, mentre i Musei Vaticani a Roma adottano soluzioni di illuminazione intelligente e sistemi di energia solare.
Guardando al futuro, il MAXXI di Roma ambisce alla carbon neutrality con il suo progetto “Grande MAXXI”, che prevede un nuovo edificio sostenibile e ampie aree verdi. Anche il Museo di Capodimonte a Napoli è impegnato in una profonda transizione ecologica. Questi esempi, pur nella loro diversità, testimoniano un impegno crescente del mondo museale verso un futuro più verde, dove la cultura e il rispetto per l’ambiente viaggiano di pari passo, offrendo ai visitatori un’esperienza arricchente sotto ogni punto di vista.
Ci sono libri che ci insegnano qualcosa di nuovo sul mondo, e altri che ci…
PROSEGUE LA PARTNERSHIP TRA MAREVIVO, UDINESE CALCIO E BAT ITALIA: AL BLUENERGY STADIUM DI UDINE…
Nel panorama industriale contemporaneo, energia e produttività sono due concetti inseparabili. Le aziende si trovano…
Sotto la corona di spine i messaggi delle anime pezzentelle. Nel centro storico di Napoli,…
L’autunno si fa colore, lentezza e introspezione ne Il giardino delle zucche di Pignataro Maggiore …
Dal 7 al 9 ottobre i padiglioni di BolognaFiere hanno ospitato l’unica fiera internazionale in…