Roberto Danovaro, ecologo di fama e docente di Marine Ecosystem Restoration, con questo libro sposta il focus del dibattito ambientale. Il suo messaggio centrale è che, di fronte a ecosistemi profondamente danneggiati dall’impronta umana, non basta più proteggere e conservare ciò che resta. È necessaria una “terapia d’urto”: il restauro ecologico. Proprio come per un paziente malato, la natura necessita di interventi mirati e attivi per ritrovare forza e funzionalità.
Il libro si addentra nel “come” restaurare la natura, analizzando in profondità tecniche innovative e strategie consolidate per la rigenerazione di ambienti degradati. Danovaro guida il lettore attraverso un percorso che integra ecologia, scienze sociali ed economia, mostrando come curare boschi, fiumi e suoli agricoli.
Vengono presentati casi di successo da tutto il mondo, che vanno dal ripristino di barriere coralline alla riforestazione, dalla bonifica di siti contaminati al recupero della biodiversità. Questi esempi concreti dimostrano che il restauro ecologico non è un’utopia, ma una realtà attuabile e in continua espansione.
Il restauro ecologico non è semplicemente un’azione ambientale o una spesa; si configura, in realtà, come un investimento strategico che genera un’ampia gamma di vantaggi tangibili, ben oltre la sfera ecologica. I benefici si manifestano sul piano economico, con ritorni significativi che superano l’investimento iniziale, migliorano drasticamente la salute pubblica delle comunità e rappresentano una delle armi più efficaci nel contrasto ai devastanti cambiamenti climatici.
Un esempio emblematico che illustra chiaramente questa multifunzionalità è il restauro dei mangrovieti nei Paesi asiatici. Qui, questi vitali ecosistemi costieri, un tempo fiorenti, sono ora gravemente minacciati da molteplici fattori antropici come l’inquinamento diffuso, le pratiche intensive di acquacoltura e l’espansione incontrollata dell’agricoltura. Tuttavia, la decisione di ripristinare attivamente questi complessi ambienti d’acqua salata, fortemente influenzati dal dinamismo delle maree, ha prodotto risultati straordinari: si stima che tali interventi abbiano fornito una protezione cruciale a quasi 300.000 persone dagli eventi alluvionali sempre più frequenti e intensi.
In un caso specifico, come quello delle Filippine, il ripristino delle mangrovie porta a un risparmio stimato di ben 450 milioni di dollari l’anno in danni evitati alle infrastrutture umane, dimostrando come la natura possa essere la nostra più grande alleata economica e protettiva.
Un aspetto cruciale evidenziato da Danovaro è che il restauro della natura non è solo un imperativo etico o ambientale, ma anche un investimento concreto e redditizio. Il libro sottolinea come per ogni euro speso nel ripristino degli ecosistemi se ne possano generare almeno quattro in benefici economici, oltre a tangibili miglioramenti nella salute pubblica e una riduzione dei costi legati agli impatti della crisi climatica.
L’autore non ignora le resistenze – politiche, economiche e culturali – che possono ostacolare questi interventi. Al contrario, le affronta con lucidità, proponendo soluzioni e strategie per superarle. Il volume è un appello a creare una “nuova cultura del restauro”, una cultura che veda la convergenza di scienza, politica e azione collettiva. È un invito a unire gli sforzi per trasformare il nostro pianeta in un luogo più vivibile.
“Restaurare la natura” è una lettura essenziale per chiunque sia interessato al futuro del nostro pianeta. È rivolto a studenti, professionisti del settore ambientale, decisori politici, ma anche al cittadino comune desideroso di comprendere le sfide ecologiche del nostro tempo e il ruolo attivo che può giocare nella soluzione. È un libro che ispira speranza, fornisce conoscenze pratiche e, soprattutto, incita all’azione, dimostrando che la “più grande sfida del secolo” è anche la più grande opportunità per costruire un futuro in cui l’uomo e la natura possano prosperare insieme. Come leggiamo infatti nella scheda del volume, “Riparare i danni inflitti all’ambiente è la sfida del nostro tempo e segnerà il confine tra chi saprà costruire un futuro sostenibile e chi sarà costretto a subirne le conseguenze.”
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