Green economy: illuminare la casa a basso impatto

Secondo un’indagine di Fondazione Impresa sulle abitudini verdi degli italiani, al 2012, il 96,7% dei cittadini utilizza lampadine a basso consumo, addirittura il 7,9% in più rispetto all’anno precedente. Secondo i risultati dello studio, l’uso delle lampadine a risparmio energetico è l’abitudine più diffusa tra gli italiani, venendo prima dell’attenzione nell’evitare di sprecare acqua e della raccolta differenziata. Complici le direttive dell’Unione Europea che impongono entro il 2016 di abbandonare le vecchie lampadine a incandescenza e una più marcata sensibilità nei confronti del risparmio energetico (e quindi economico), le case degli italiani stanno diventando sempre più green.

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Vale lo stesso anche per la città? La green economy non deve essere intesa a compartimenti stagni ma deve al contrario investire tutti i settori e gli ambiti della vita umana. Costruire case eco-sostenibili in quartieri non serviti dalle piste ciclabili o dove l’illuminazione pubblica è ancora affidata a vecchi lampioni e lampade energivore non ha alcun senso. I cittadini italiani, come sostiene lo studio di Fondazione Impresa, hanno ormai sviluppato una certa sensibilità green che li ha indotti non solo a cambiare le abitudini domestiche ma anche a effettuare importanti investimenti in denaro, dalla riqualificazione energetica della propria casa all’introduzione dei pannelli fotovoltaici.

Anche il contesto urbano, in cui le nuove abitazioni green si collocano, dovrebbe seguire la linea già scelta da molti privati, cominciando a riqualificare la città non solo dal punto di vista ambientale, con l’aumento delle aree verdi e l’introduzione delle piste ciclabili, ma anche dal punto di vista energetico. L’introduzione per esempio dell’illuminazione a LED consentirebbe notevoli risparmi sui consumi energetici e sui costi di manutenzione. Installando lampade a LED si stima, infatti, che è possibile risparmiare fino a 5 volte di più delle tradizionali lampare a incandescenza. I vantaggi sono chiari e parlano da soli. Resta solo da chiedersi se le amministrazioni pubbliche sono pronte a investire per garantire alle nuove generazioni un futuro e un ambiente più pulito.