Ero lì, a Napoli, quando l’emergenza rifiuti era sulle prime pagine di tutti i giornali e mi esplodeva in petto la rabbia. Ero lì, e sapevo che non era solo quella la verità. Era la punta di un iceberg enorme, e non riguardava certo soltanto la mia terra.
Marianna aveva la trasmissione a Radio F2, io davo una mano in radio e ho subito pensato che quella trasmissione avesse una marcia in più. Poi c’è stato Raffaele Del Giudice che ci ha spiegato un po’ di cose, il blog è partito e la redazione, piano piano, ha preso forma.
Io ci sono sempre stato, qualche volta nelle retrovie, qualche altra in prima linea, mettendoci passione e soprattutto scrivendo di temi che mi stanno particolarmente a cuore: prima di tutto i libri, che hanno caratterizzato gran parte dei miei studi e della mia attività lavorativa. Poi l’attualità, perché nel corso della mia attività giornalistica e di blogger ne ho sempre scritto. E infine i cambiamenti climatici, che sono un argomento che mi ha sempre interessato, fin da piccolo.
Le recensioni di libri sono però cresciute fino a diventare una vera e propria rubrica a partire dal 2010. Molte le recensioni, e come ovvio che sia ci sono stati dei libri e degli articoli a cui sono più legato.
Senza dubbio quello con cui ho inaugurato la rubrica nel 2010, il libro Con il mondo sulle spalle di Emanuele Campiglio. Un interessante saggio sulle storture economiche della nostra società. Abbiamo poi lanciato un bel contest con Marsilio e il fondamentale libro Pecoranera, testo fondamentale quando si parla di decrescita felice e cambio di vita.
Ancora, altri due libri che ricordo, a distanza di tempo, sono Economia dell’abbastanza di Diane Coyle e I diritti della natura di Cormac Cullinan. Molto, molto importante è anche il libro del famosissimo Paul Connett, Rifiuti zero. Per i più piccoli, avvicinarli alla lettura con la bella favola di Jacopo Pasotti è l’ideale.
Concludo però segnalando quella che è il mio pensiero generale sullo stato della lettura e della cultura nel nostro paese: dovremmo decrescere anche nella produzione dei libri, seguendo quella che io chiamerei una nuova “ecologia della lettura”.
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