Ecologia della lettura

È di questi giorni la notizia dell’analisi dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) secondo cui gli italiani sono in fondo alla classifica europea della preparazione su materie letterarie e matematiche. Un’analisi impietosa, che ci mette tra i primi posti tra gli “analfabeti d’Europa”. Anzi, per la precisione siamo all’ultimo posto per le per competenze in lettura e al penultimo posto per le competenze in matematica.

I motivi? Tanti, dall’arretratezza culturale all’emarginazione della società civile, dall’impoverimento sociale alla mancanza di luoghi di aggregazione per i giovani. Ma a mio parere il principale motivo dell’ultimo posto in classifica è da imputare alla mancanza di lettura nel nostro paese.  Altri dati infatti sono drammatici: secondo l’Aie (associazione italiana editori) i dati relativi alle vendite continuano a crollare a picco.

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Si legge sempre di meno, e si legge soprattutto male, in questo nostro paese in cui i libri di ricette sono in testa alle classifiche e altri libri di dubbio gusto invadono gli scaffali. E soprattutto, dispiace dirlo, i dati sono ancora più avvilenti per i ragazzi. E non è di certo una novità, basta fare un giro in metropolitana, in una scuola, in un parco, per rendersi conto di quanti bambini o ragazzi abbiano un libro in mano, e quanti invece stiano a smanettare con il cellulare o con la Psp. Non so di chi sia la colpa e non me la sento di puntare il dito, ma l’evidenza dovrebbe far riflettere tutti.

Paradossalmente, poi, abbiamo una situazione di sovraffollamento in libreria: tutti pubblicano o vogliono pubblicare, e un libro, dal politico di turno all’ultimo calciatore famoso, non si nega davvero a nessuno.

Pubblicare meno, pubblicare meglio, stimolare nei più giovani il piacere per la lettura. Un’ecologia della lettura, necessaria perché sono troppi i libri in giro, e troppi gli autori esordienti che, per vanità e per diletto, vogliono soltanto veder comparire il proprio nome sulla copertina di un libro, e che grazie alle case editrici a pagamento, trovano libero sfogo per i loro improponibili romanzi nel cassetto.

Leggete prima, leggete bene soprattutto. E ascoltate quello che diceva Gesualdo Bufalino. Con la speranza di risalire, quanto prima, in classifica.