Mafie nel settore delle bonifiche, l’allarme è di Eugenia Pontassuglia Sostituto Procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. “Il traffico illegale dei rifiuti già esistente è diventato ancora più intenso con il Covid, basti considerare il prevedibile interesse della criminalità organizzata verso quegli impianti di trattamento la cui capacità ricettiva è stata aumentata attraverso ordinanze regionali emesse nel settore della gestione dei servizi ambientali e dello smaltimento di quella particolare categoria di rifiuti speciali rappresentata dai dispositivi sanitari e di protezione individuale “infetti” utilizzati in ambienti a rischio”, ha detto la Pontassuglia, intervenendo al Forum Internazionale PolieCo sull’economia dei rifiuti, a Napoli.
Preoccupante per il magistrato della Dna è anche l’utilizzo dei consorzi per l’infiltrazione nelle gare pubbliche.
“I consorzi sfuggono ai controlli, visto che il controllo sulle società consortili viene fatto solo per quelle che hanno una quota di partecipazione superiore al 5% e nella maggior parte dei casi ci si ritrova dinanzi a una miriade di società con quote di poco inferiori. Se costituisco un consorzio in Emilia – Romagna, magari può sfuggire che un appalto nel settore dei rifiuti venga aggiudicato dal consorzio emiliano ma che poi le conseguenti attività vengano svolte dall’impresa campana inserita nel contesto criminale”.
Sulla stessa linea anche Silvia Bonardi, sostituto procuratore Dda di Milano.
“La ‘ndrangheta non si è mai fermata, anzi durante l’emergenza Covid – 19, ha mostrato tutta la sua effervescenza”, ha sottolineato la Bonardi. “Da un punto di vista fisiologico la criminalità organizzata, anche terminato il lockdown, ha dimostrato una notevole capacità infiltrante nel settore del reperimento dei dispositivi di protezione individuale, evidentemente con canali del tutto clandestini, dalle mascherine agli igienizzanti. Ha inoltre convertito le strutture societarie di comodo in fornitrici di servizi di sanificazione”, ha continuato la Bonardi.
“Società che erano già conosciute per il traffico illecito dei rifiuti, si sono riconvertite con interessi criminali anche nel settore delle pompe funebri”, ha detto Bonardi chiedendosi anche per quale motivo le ordinanze regionali hanno previsto l’autorizzazione allo stoccaggio di quantitativi superiori dei rifiuti. “Questa previsione normativa – ha concluso- è intervenuta nel già traballante ed opaco mondo degli impianti di trattamento rifiuti con effetti deflagranti per chi si occupa di reprimere la gestione illecita dei rifiuti”.