Il futuro della mobilità sostenibile, un tema centrale di GECO EXPO

Il nostro modo di spostarci sta cambiando. Nell’ultimo anno se ne è parlato molto più che in passato: da un lato le auto private e gli aerei sono stati additati come responsabili di emissioni pericolose per il pianeta, dall’altro il trasporto pubblico è finito sotto i riflettori come luogo di assembramento e quindi diffusione della pandemia. Quale sarà il futuro della mobilità? Sostenibilità e sicurezza sono conciliabili? La soluzione sta davvero nei monopattini o è possibile ripensare il nostro modo di muoverci all’interno di una strategia di più ampio respiro?

Fonti di energia e mobilità sostenibile: si punta alle rinnovabili

Durante il primo lockdown si è registrato un calo delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, legato in gran parte alla sospensione dei viaggi aerei e di alcune attività produttive e in misura minore al ridotto traffico di auto private. Non sono mancati i commenti su come una situazione tanto negativa per la nostra società possa rivelarsi di fatto positiva per il pianeta. Nel momento in cui ci si appresta a pianificare la ripresa, tuttavia, non è pensabile tornare semplicemente a comportarsi e a spostarsi come prima: il riscaldamento globale è una sfida che non possiamo non affrontare e i recenti dati sulle emissioni ci mettono di fronte a una realtà non facile da affrontare. Tutti i veicoli che utilizzano combustibili fossili generano emissioni dannose per noi e per il pianeta. Il nostro obiettivo, quindi, dovrebbe essere un passaggio graduale all’utilizzo di energie rinnovabili. Se questo è quasi impossibile sulle lunghe distanze – dove ancora non esistono alternative praticabili ai viaggi aerei – le opzioni per la mobilità urbana si stanno moltiplicando e stanno conoscendo un grande successo in tutto il mondo.

Mobilità urbana sostenibile: da chi dipende e come funziona

La mobilità urbana si fa sempre più sostenibile grazie a una sinergia di impegno pubblico e privato. Da una parte ci sono interventi che necessariamente devono essere intrapresi a livello infrastrutturale, come la creazione di piste ciclabili o la disposizione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici. Questo tipo di interventi incentivano l’adozione dei rispettivi mezzi di trasporto da parte dei cittadini, che apprezzano la possibilità di accedere a una vasta gamma di opzioni sostenibili. Dall’altro c’è una componente legata al successo di alcuni brand, dietro la diffusione della mobilità sostenibile. Le app di car-sharing e bike-sharing, per esempio, hanno conosciuto una diffusione rapidissima nell’ultimo anno ed è stato calcolato che abbiano contribuito a togliere dalla strada migliaia di veicoli privati. Oltre a essere solitamente elettrici, i mezzi gestiti da queste compagnie ottimizzano il traffico riducendo il numero di veicoli parcheggiati.

Come reagisce il pubblico di fronte alle alternative sostenibili

L’utilizzo dell’auto privata ha molto a che fare con le abitudini individuali e collettive, ma non si può escludere una componente di convenienza e praticità. Certo, per chi vive nei piccoli e medi centri può essere più conveniente possedere un’auto per gli spostamenti fra comuni o per sopperire a una rete di trasporti pubblici non sempre efficiente. Eppure i dati legati alla diffusione del car sharing ci raccontano una storia diversa. Appare evidente che, quando le opzioni si moltiplicano, molti utenti scelgono di non investire in un veicolo privato (risparmiando anche sui costi del carburante, del bollo e dell’assicurazione), per utilizzare un veicolo in modalità “sharing” solo quando effettivamente necessario. Di questo e di molti altri argomenti legati alla sostenibilità si parlerà anche a GECO, la grande fiera online dedicata alla sostenibilità che si terrà dal 28 al 30 gennaio 2021. Ci troviamo, in questo momento, a compiere un passo epocale: stiamo passando da una cultura della mobilità che ignora l’impatto ambientale a una maggiore consapevolezza del nostro ruolo sul pianeta. Questa potrebbe essere davvero un’occasione di ripresa e rinascita.