Le persone coinvolte avevano realizzato impianti e soprattutto un sistema di gestione dei rifiuti che lasciava arrivare tonnellate di rifiuti urbani non differenziati ai termovalorizzatori, classificandoli come CDR nonostante fossero privi delle caratteristiche previste dalla legge.
Le persone interessate dal provvedimento sono: il direttore tecnico e responsabile della gestione dei rifiuti degli impianti di Colleferro; il procuratore e responsabile della raccolta dei materiali dell’impianto di una società di gestione di rifiuti di Roma e i soci di alcune società di intermediazione di rifiuti e di sviluppo di software e chimici di laboratori di analisi.
Inoltre, tra le altre accuse nei confronti di queste persone: associazione per delinquere, falsificazione di certificati di analisi che attestavano in modo fittizio i dati relativi a questi rifiuti, permettendone la classificazione degli stessi come CDR; poi c’è stata la richiesta – e l’ottenimento – ottenuta degli incentivi statali previsti dal CIP 6/1992, violazione dei valori limiti delle emissioni in atmosfera e anche l’elusione dei controlli da parte dei Carabinieri del NOE con la distruzione di certificati ed analisi. Inoltre, le accuse riguardano anche i particolari metodi usati contro i dipendenti e gli operai, anche attraverso contestazioni disciplinari e sospensioni lavorative, con lo scopo di evitare la collaborazione degli stessi con l’autorità giudiziaria.
Le ordinanze di custodia cautelare riguardano amministratori di società di rifiuti nel Lazio, in Campania e in Puglia: a Colleferro venivano anche smaltiti rifiuti pericolosi, violando ”tutte le norme previste”. Il problema era quindi molto, ma molto complesso, e riguardava numerose persone che hanno agito senza alcuno scrupolo e senza etica.
A tale proposito, la Regione Lazio ha commentato: ”La presidenza della Regione Lazio è a completa disposizione della magistratura e attende di conoscere i risultati dell’indagine che i carabinieri del Noe stanno sviluppando su Colleferro. La tutela della salute dei cittadini e dell’Ambiente sono i cardini dell’azione della Regione Lazio sui rifiuti, come la lotta a qualunque tipo di illegalità e a ogni genere di interessi poco trasparenti. Se ci sono state irregolarità è bene che i responsabili vengano individuati e siano chiamati a risponderne”.
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