Viaggio nella Grecìa Salentina: le 10 cose (+2) da vedere in una settimana

Il Salento non è solo mare, sole e vento! Ecco le 10 cose, più due, che vi consigliamo di vedere assolutamente in un viaggio da Lecce a Otranto passando attraverso i 12 paesi della cosiddetta Grecìa Salentina.

Vedi “Grecia”, leggi Grecìa, vedi “Salentina”, leggi una terra illuminata dal Sole, sferzata dal vento e bagnata dal mare…Ma l’apparenza inganna!

Non siamo in Grecia, infatti, ma in Puglia e sì, siamo in Salento per la precisione ma non quel Salento che si vede spesso nelle cartoline, sui social o che si vive d’estate tra party in discoteca o sulla spiaggia, a suon di reggae, e giornate trascorse a crogiolarsi al sole senza accorgersi del caldo grazie a quel venticello sempre presente sulla costa.

Il mare lo abbiamo anche visto, a Otranto, ma solo dopo aver ammirato la ricchezza di quei tanti piccolissimi paesi che come gioielli appartenenti a un tempo che qui sembra essersi fermato, hanno un passato da raccontare che ancora vive nel presente, attraverso le tradizioni, i piatti, i monumenti, i luoghi e quella lingua (parlata in realtà solo in 9 dei paesi dell’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina), un codice che unisce non solo secoli di storia e generazioni, ma anche posti e genti apparentemente lontani, ma che qui, in Salento, si sono incontrati.

Partiamo allora alla scoperta dei luoghi che più ci sono rimasti nel cuore durante il nostro ultimo viaggio in questo angolo di Puglia. Non una classifica, piuttosto un itinerario pensato per chi arriva in treno o dall’autostrada.

  1. La Chiesa Greca – Lecce

Lecce è una città bellissima, ricca di elementi di “grecità” e di “romanità”. E non solo. Il suo centro storico, tutto in pietra leccese, è pieno di monumenti e chiese nello stile definito “barocco leccese”. Non mancano di certo i locali in cui assaggiare i “generosi” piatti locali, come la Puccia leccese (Noi l’abbiamo mangiata a “La Dispensa, Negozio di Vicinato” subito a sinistra appena si esce dalla bellissima Porta San Biagio) e i dolci della tradizione come il famoso pasticciotto leccese ( Da assaggiare quello della Pasticceria del Caffé Alvino).

Dulcis in fundo, qui c’è anche una chiesa in stile barocco romano, San Matteo, opera del nipote del Borromini!

Ma a noi quello che ha colpito di più è la Chiesa di San Niccolò dei Greci, detta Chiesa Greca. E’ questo un luogo molto particolare, un simbolo dell’incontro tra oriente e occidente, tra rito bizantino e rito cattolico, tra culture – e culti – differenti. Splendide le opere all’interno ma per vivere a pieno il fascino di questo tempio da non perdere è la messa della domenica alle 10 dove si segue una liturgia bizantina molto particolare, non parlata, bensì danzata in cerchio.

  1. Fondazione Le Costantine – Uggiano La Chiesa

La cultura grika non è solo lingua, così come quella salentina include quella della lingua grika ma non solo. La storia in questo territorio si racconta anche a tavola o seduti a un telaio, ed è il caso de Le Costantine, la nostra prima tappa nella Grecìa Salentina, a Uggiano La Chiesa.

L’Atto costitutivo della fondazione recita che “(…) il Centro dovrà costituire una sorgente di benessere e di elevazione spirituale per gli abitanti del territorio e incoraggiare i giovani a rimanere nel loro paese di origine con dignità e serenità”. Assolutamente da fare è la visita guidata al Laboratorio di Tessitura “Cantando e Amando”. Qui, oltre a poter visionare, e acquistare, le splendide opere delle donne impegnate dal 2002 in un progetto di valorizzazione dell’imprenditorialità e delle capacità femminili, è possibile ammirare alcune di loro tessere con magnifici telai antichi.

Merita una sosta il ristorante annesso alla struttura “Gramola, Natura e Cucina” dove abbiamo gustato piatti preparati con cura e dedizione con ingredienti locali e di stagione come le sagne incannulate con pomodoro e ricotta forte, paranza di vope (una grossa acciuga), i lampascioni (cipollotti selvatici) e delle pittule (pasta cresciuta fritta) perfettamente sferiche, come tradizione vuole.

  1. Naturalis Bio Resort & SPA – Martano

Martano è detta la “Città dell’Aloe”. Girando per il grazioso centro storico qua e là ci sono una serie di piante con un cartello che lo ricorda e il Naturalis Bio Resort & SPA dell’Aloe e dell’ospitalità secondo natura, ma senza rinunciare al lusso, ne ha fatta una filosofia.

Vale la pena spendere qualcosina per stare almeno due giorni in questo posto dove lasciarsi coccolare dalle essenze profumate (ce ne sono persino in formato tascabile o da inserire nel cuscino!) o da un’esperta massaggiatrice nell’hammam al centro del parco e godere del design e degli arredi esclusivi che rendono uniche le stanze.

Qui ogni camera ha un nome di un frutto che corrisponde al mosaico con cui è decorato il pavimento, tutti opera dell’artista locale Stefania Bolognese di Carpignano, un altro dei comuni della Grecìa.

Noi avevamo la camera “Fico”, una delle più nuove, con una vasca idromassaggio solo nostra ubicata in una stanza ricavata da quello che un tempo era un piccolo cortile.

Che dire, meraviglioso! Il resort sorge in quello che era un piccolo e antico borgo contadino del XVIII secolo, ed è inserito all’interno di NATURALIS AZIENDA AGRICOLA, che consiste in 13 ettari, di coltivazione biologica di Aloe Vera, Ulivi, Grano, Uva e una serie di piante officinali. Di proprietà del gruppo ‘N&B’, il progetto che si cela dietro questo posto da sogno ha come obiettivo non solo valorizzare questo bellissimo luogo, ma anche quello di promuovere un modello di vita qualitativamente elevato ma secondo natura.

  1. Il Museo del Ricamo a mano e dei Pizzi e dei Merletti – Castrignano dei Greci

All’interno del Palazzo Baronale de Gualtieriis questo museo espone una serie di opere ricamate a mano dai primi dell’ottocento fino ai giorni nostri, con pezzi unici di grande valore storico ed economico. E’ nato nel dalla volontà delle maestre rimatrici dell’Associazione RicamArte, che con passione hanno coinvolto anche l’amministrazione comunale che ha concesso loro lo spazio con l’intento di valorizzare, recuperare e promuovere quella che è un’importante e antica tradizione locale, quella del ricamo artistico. Quel che più ci ha colpito è l’evoluzione durante questi due secoli in grado di raccontarci le trasformazioni della società stessa. Qui si organizzano anche laboratori di ricamo per tramandare le tecniche di quella che è un’arte senza tempo.

  1. Centro di Cultura Popolare – Melpignano

Giungiamo, dunque, in quello che è il paese del Salento che ospita uno degli eventi più attesi, conosciuti e frequentati d’Italia: La Notte della Taranta. Ebbene sì, in quello che è un grande spiazzo, enorme se si pensa alle piccole dimensioni del paese di Melpignano, accanto all’ex Convento degli Agostiniani, una struttura ricca di fascino e di storia che oggi ospita eventi di ogni genere, tra cui l’Assemblea Nazionale dell’Associazione Borghi Autentici d’Italia, a cui abbiamo assistito durante il nostro soggiorno.

Se capitate qui per il grande evento musicale o perché avete accettato il nostro consiglio di fare un tour per questi luoghi bellissimi, dovete assolutamente fare tappa al Centro di Cultura Popolare, distante poche centinaia di metri dall’ex convento. Da fuori (e anche da dentro in realtà) sembra una casa ma in realtà è un concentrato di cultura locale, grika in primis. “Accoglienza, musica, cultura…” recita una recensione sulla loro pagina Facebook. Io aggiungerei buon cibo tipico con ingredienti a km0 e tanto amore e passione per la propria storia e la propria terra. A portare avanti questa bellissima iniziativa Salvatore e Mariella, due persone speciali, la quintessenza dell’ospitalità e della solarità salentina, che attraverso laboratori (noi abbiamo fatto quello di cucina!), lezioni ed eventi sono uno dei “cuori pulsanti” della Grecìa.

  1. Frantoio ipogeo della Masseria L’Astore – Cutrofiano

E’ già calato il sole quando arriviamo in quella che è una masseria che risale agli anni Trenta, in quel di Cutrofiano, altro gioiello di questa terra così ricca di tesori che è il Salento, e il nostro sguardo viene subito rapito da una struttura in pietra tutta illuminata. Il proprietario ci invita ad entrare attraverso quella che sembra una vera e propria porta del tempo. Di fronte a noi subito una scalinata e in un attimo siamo sottoterra e siamo nel 1700, all’interno di quello che è uno dei frantoi ipogei più grandi del Salento e della Puglia. Perfettamente custodito e illuminato in modo eccelso racconta una storia fatta di lavoro, di mesi di buio e di fatica e di un olio destinato all’epoca all’illuminazione. Accanto al Frantoio Oleario ipogeo è stata realizzata una Bottaia per l’affinamento dei vini con volte a botte e a stella dove protagonista è, oltre alla tradizione architettonica del Salento, la pietra leccese.

La masseria, infatti, oltre a offrire alcune stanze completamente ristrutturate per ospitare quanti vogliano trascorrere un soggiorno immersi nella storia e nella natura, produce olio (da otto secoli questa tenuta è votata alla produzione di olio) e naturalmente vino. E’ possibile quindi partecipare, come abbiamo avuto il piacere di fare noi, a una degustazione guidata di vini prodotti qui secondo quella che è una tradizione viti-vinicola che risale agli anni ’40 e con metodo biologico e in modo sostenibile, considerato che e a breve la cantina sarà alimenta da energia solare. Oggi nei 20 ettari di vigneto coesistono diverse cultivar -Negroamaro, Aglianico, Primitivo, Montepulciano, Malvasia Bianca, Susumaniello da cui si producono una serie di vini davvero buoni, da abbinare ai piatti della tradizione o anche a dei semplici taralli fatti a mano. Una curiosità: all’interno della tenuta vi è la trecentesca cappella di San Giovanni con una splendida cripta bizantina.

  1. Villa Vergine – Cutrofiano

Siamo ancora a Cutrofiano dove sorge questa bellissima struttura per eventi immersa in un magnifico giardino curato da un noto paesaggista fiorentino e ospitata in una villa del settecento dagli interni eleganti e finemente ristrutturati. Un tuffo nel lusso, senza dimenticare storia e tradizione, soprattutto a tavola. I piatti, anche se innovativi, non tradiscono la cultura locale e incorporano i sapori e gli ingredienti del territorio. Splendida l’accoglienza della famiglia Vergine, da sempre proprietaria della villa e che contribuisce a rendere l’atmosfera magica.

Qui abbiamo assaggiato i vini Palamà, prodotti da tre generazioni secondo natura e tradizione, il bianco, il rosato e il rosso. Quello che più mi ha colpito è il bianco. Si chiama Ninì ed è dedicato al padre di Michele, che con i suoi poco più che 20 anni rappresenta, appunto, la terza generazione. Questo vino racconta del Salento, della sua terra, dei suoi frutti e degli uomini come Ninì che li hanno raccolti e lavorati fino a racchiudere l’essenza di questi luoghi in una bottiglia.

  1. Parco Turistico Culturale Palmieri – Martignano

Martignano è il paese più piccolo della Grecìa Salentina con i suoi 1400 abitanti. Tra le sue strade si nascono molti tesori, per scoprirli conviene iniziare la visita dal Parco Turistico Culturale Palmieri. Nato nel 2007 dall’Associazione Turistica Culturale Salento Griko in collaborazione con il Comune di Martignano, e della Cooperativa sociale Open che oggi lo gestisce, ha sede nel Palazzo Palmieri,  un edificio in disuso del XVII secolo, un tempo un castello, che si erge nell’omonima piazza, nel centro storico.

Lo scopo era quello di creare uno spazio aperto, ampio e accessibile a tutti in cui organizzare eventi culturali, manifestazioni, laboratori in sinergia con l’ente pubblico. Particolarmente interessante il progetto mirato a mantenere e tramandare la cultura della lingua grika. Due le funzioni del Parco: una è, appunto quella turistica e culturale, di diffusione e valorizzazione dell’identità, della storia e delle tradizioni della Grecìa Salentina e di Martignano, la seconda è quella formativa per i giovani del territorio sviluppando nuove competenze e attività utili alla crescita professionale e alla nascita di nuove imprese legate al turismo sul territorio.

Il parco è dotato anche di una Biblio-Mediateca di 12.000 titoli circa e 8 postazioni internet gratuite. Oltre ad un ampio giardino, ha al suo interno un affascinante frantoio semi-ipogeo completamente restaurato e visitabile dove si tengono mostre ed eventi. Sulla stessa piazza da non perdere una visita alla splendida Cappella affrescata di San Giovanni.

  1. Dipinto della Madonna della Misericordia (incinta) – Chiesa Madre di Calimera

Siamo a Calimera, il cui nome in greco significa “buongiorno”. Questo piccolo centro a partire dall’anno mille fu un luogo di sosta per gente che arrivava da tutta Europa e passava qui per andare in Terra Santa, un vero e proprio ponte per l’Oriente. A raccontarlo anche le almeno 90 iscrizioni in latino, greco, greco bizantino in caratteri cirillici che si possono ammirare in giro per le sue strade. Ma quel che più ci ha colpito qui a Calimera è un dipinto molto particolare, una rappresentazione piuttosto inconsueta della Vergine Maria, custodita nella chiesa Madre di Calimera: La Madonna della Misericordia dell’artista Catalano che propone un’inedita Madonna incinta, fine XVII secolo. A rapirmi, oltre ai colori e alla delicatezza dei tratti con cui è disegnato il volto, è che la Madonna, oltre ad essere incinta di Cristo è essa stessa rappresentata nel momento in cui viene incoronata come madre ma anche figlia del suo stesso figlio, così come la definisce Dante in un suo canto. Una vera rarità.

  1. La Chiesetta di Santo Stefano – Soleto

Questo è senza alcun dubbio un posto unico. La perfetta sintesi dell’incontro tra oriente e occidente. Edificata nella metà del 1300 ha una facciata in pietra leccese con portale e rosone romanici in stile pugliese con elementi gotici e bizantini che già dall’esterno ci raccontano di come Santo Stefano sia la testimonianza di un periodo particolare, quando Soleto era un fiorente centro culturale e religioso italo-greco.

Una volta entrati la sensazione è quella di un apparente stordimento, di confusione mista a stupore dovuti alla quantità di affreschi che ricoprono completamente il piccolo spazio della chiesa, vero scrigno di tesori, un libro che urla a gran voce, attraverso le pregevoli immagini dipinte sulle pareti, il dualismo culturale e religioso di un popolo in cui convivevano, e ancora oggi convivono, due anime: una greca e una italiana.

I cicli pittorici (XIV-XV sec) lasciano ogni visitatore a bocca aperta, e tra scritte in lingua greca e immagini sulla vita di Gesù Cristo e delle mura merlate di Gerusalemme, quasi storditi da tanta meraviglia, resa ancor più suggestiva dalla luce che filtra all’interno dal rosone, possiamo ammirare sulla parete interna alla facciata una raffigurazione del Giudizio Universale davvero unica al mondo! Realizzata seguendo lo schema iconografico tradizionale dell’arte bizantina, quel che più colpisce è sul lato sinistro dove l’Inferno è rappresentato con al centro un Diavolo in rilievo in stucco nero a cavallo di un mostro a due teste che divora le anime dei dannati. Impossibile da dimenticare e assolutamente da vedere!

  1. Il Castello di Corigliano d’Otranto

E’ un luogo senza dubbio da visitare, affascinante da un punto di vista architettonico, storico e artistico e uno dei più bei castelli d’Italia! Curiosa, oltre che la sua “forma” a pianta quadrangolare con torri angolari circolari, anche la sua storia: costruito tra il 1100 e il 1200, durante il periodo della Magna Grecia, nel 500 viene ampliato e trasformato (i torrioni da quadrati diventano cilindrici) dalla famiglia di feudatari locali, i De’ Monti, che ne fanno una fortezza.

Nel 600 è palazzo ducale (in quest’epoca si mette mano alla facciata che diventa barocca con le sue magnifiche statue), dalla fine del 700 opificio, mulino, pastificio, frantoio e infine tabacchificio, attività dismessa nel 1980. Rimane chiuso poi fino al 2001 quando è acquistato dal comune di Corigliano che ne ha fatto un vero e proprio contenitore culturale. Al suo interno in allestimento vi sono due musei, il COdeM (museo archeologico) e il Museo delle arti grafiche e spesso ospita mostre fotografiche e eventi culturali. Presenti anche due chiese, una di culto latino e una di culto bizantino con elementi di contaminazione l’uno con l’altro. Bellissimi e imponenti su ciascuno dei torrioni vi è lo stemma della famiglia De’ Monti, una delle prime a possederlo, e dei bassorilievi dedicati a santi e virtù cardinali. Da lasciare senza fiato! Al suo interno c’è poi una stanza progettata in modo da avere un’acustica molto particolare per far sì che il proprio compagno sentisse bene a discapito del nemico. Davvero curiosa!

  1. ll Mosaico della Cattedrale di Santa Maria Annunziata – Otranto

Il nostro viaggio attraverso le meraviglie della Grecìa Salentina si conclude a Otranto, inebriati dal profumo di un mare che nei secoli ha visto passare tante genti, culture e religioni. Qui è tappa obbligata il Mosaico posto sul pavimento di tutte e tre le navate della Cattedrale di Santa Maria Annunziata. Famoso in tutto il mondo rappresenta uno dei più importanti mosaici del medioevo italiano. Opera del monaco Pantaleone, voluto dal Vescovo di Otranto, fu eseguito fra il 1163 e il 1165 ed è quasi interamente conservato.

E’ una sorta di “rebus” teologico, fra politeismo e monoteismo, e simbolico con una serie di immagini che partendo dal centro, dove è posto l’albero della vita, si sviluppano raccontando scene e personaggi della bibbia come Adamo ed Eva che escono dal Paradiso terrestre, la Torre di Babele, il Diluvio Universale e l’Arca di Noé, abbinate a figure fantastiche, come la Dea Diana che uccide un cervo, un centauro, scene del ciclo bretone (Re Artù a cavallo di un caprone) e ancora raffigurazioni di Alessandro Magno che sale in cielo sopra a due grifoni, tra sacro e profano, tra religione e leggenda, tra realtà e fantasia. Uno vero spettacolo!

Photo credits: Carmine Castella ( www.instagram.com/zahre )