Convegno 18 marzo a Monte Sant’Angelo

Volevano proprio suscitare rabbia. Era forse questo che volevano provocare gli interventi di docenti ed esperti accorsi alla Facoltà di economia della Federico II per dibattere sul tema: “Campania:disastro ambientale e sanitario”.

Dell’emergenza rifiuti se n’è parlato tanto ma si scopre che ogni convegno o assemblea sia utile per incrementare sempre di più la conoscenza di un problema dalle dimensioni mastodontiche.

L’agronomo Giuseppe Messina, apre il suo intervento sulla nascita del problema. Ben 55 comuni del Casertano, si presentano nel gennaio del ’94 al ministro degli Interni dell’epoca (Giuliano Amato) per fotografare la situazione rifiuti della provincia di Caserta: uno sversatoio di rifiuti di qualsiasi genere, anche tossici provenienti soprattutto dal Nord, gestito direttamente dalla malavita organizzata da almeno trent’anni. Mentre, però, nel marzo dello stesso anno, la crisi dei RSU che investì anche la ragione Lombardia, venne liquidata in circa 180 giorni e con ben 500 miliardi di vecchie lire, in Campania iniziò un lungo iter più che altro burocratico, che infine sfociò in quella che sembrava essere una soluzione: il commissariamento straordinario.

“Mostruosità amministrativa e giuridica” come lo definisce il dott. Franco Ortolani, ordinario di Geologia della Federico II intervenuto al convegno. Al commissario straordinario vengono assegnate responsabilità decisionali quasi assolute che gli permettono di gestire il territorio regionale in termini di rifiuti a propria completa discrezione. Proprio questi ampi poteri, conferitigli da precise ordinanze ministeriali, gli hanno permesso di reperire per la realizzazione delle discariche, anche zone a ridosso dei centri nevralgici della distribuzione delle acqua da irrigazione per la piana del Sele (vedi Macchia soprana) e della piana del napoletano. Acqua, che secondo lo stesso Ortolani, rappresenta una delle risorse primarie per l’economia della Campania, che fa dei suoi prodotti agricoli un vanto in tutto il mondo e che però viene inquinata da discariche spesso non a norma, come è ampiamente documentato.

Il problema giuridico, quindi, è un tema molto presente in questa enorme emergenza.

Lo sottolinea anche il professor Alberto Lucarelli, ordinario di Diritto Pubblico della Federico II. Parla di “regole che sovvertono i principi costituzionali” nello spiegare che quella di “emergenza” è uno stato giuridico che può durare un tempo limitato ed essere rinviato per uno, due anni e non ben 14 anni, come successo in Campania.

Emergenza resa molto ma molto complicata dal fitto intreccio di interesse della malavita organizzata, che ha fatto dei rifiuti un vero e proprio businnes con cifre da capogiro, illustrate nei dettagli dal prof. Nicola Capone.

I.S.