Acqua: un bene per molti ma non per tutti

Il 22 marzo è stato scelto dall’O.N.U. per celebrare il World Water Day, ma questo giorno diventa fondamentale per sottoporre all’attenzione pubblica (ma soprattutto a quella politica) una questione di primaria importanza. Se nei paesi occidentali diamo quasi per acquisito il diritto di accesso all’acqua, ci sono miliardi di persone che ogni giorno devono far fronte alla carenza di questo bene primario. Ancora più del petrolio, il futuro del nostro pianesta sembra dover necessariamente tener conto della gestione di questa risorsa.

Ognuno di noi può però contribuire al risparmio di acqua, così come promosso dall’interessante iniziativa Imbrocchiamola, che incoraggia il consumo di acqua del rubinetto rispetto a quella imbottilgiata. Tra le numerose conseguenze che questa scelta innescherebbe, ci sarebbe una forte attenuazione dell’impatto ambientale derivante dallo smaltimento delle bottilgie di plastica.

Ma l’acqua non è solo quella da bere, il 2008 infatti coincide con l’anno dell’Igiene. Il coordinatore dei programmi sanitari dell’Oms, Jamie Bartram, sostiene: «Nel mondo il non avere accesso all’acqua potabile e alla sanità è causa del 6% di tutte le malattie e anche se riuscissimo negli obiettivi di sviluppo per il 2015, 875 milioni di persone dovrebbero comunque spostarsi di chilometri per l’acqua potabile, mentre 1,7 miliardi non avrebbero un bagno in casa».

La rivista scientifica Nature ha fatto il punto della situazione, riportando le cifre della crisi idrica e le possibili soluzioni per superarla.

G.E.