
L’alternativa ai sacchetti di plastica, le cosiddette bio-bag, vengono da colture non geneticamente modificate, coltivate biologicamente, e ormai diventate motivo d’orgoglio per gli abitanti. A rispondere positivamente all’iniziativa sono state anche catene di supermercati che hanno deciso di far pagare i sacchetti, mettendo a disposizione del cliente contenitori di carta, cartone e cotone; l’introduzione di cassonetti appositi per contenere buste di plastica conservate in casa, ha inoltre accelerato notevolmente il processo di “liberazione”.
Esempi di questo tipo non possono che infondere fiducia nel cittadino che, se supportato anche da un’azione di governo (come in UK e in Irlanda, con l’introduzione di una tassa per limitare l’uso dei sacchetti di plastica), può davvero dirsi motore di un’azione tanto semplice quanto decisiva per la salvaguardia dell’ambiente.
F.A.
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