Il neo-Ministro sui provvedimenti per la questione rifiuti

Non c’è da stare allegri.
Dal Corriere
di Aldo Cazzullo un’intervista a Stefania Prestigiacomo, neo-ministro dell’Ambiente.

All’Ambiente la aspettano parecchi guai. A cominciare dai rifiuti.
«Ho la fortuna che il mio predecessore, con i suoi no, ha finito per convincere pure la sinistra che il vero ambientalismo è un altro. Ho scoperto che ci sono tre rigassificatori pronti, bloccati non so per qual motivo, da mettere in funzione subito: a Porto Empedocle, a Gioia Tauro e a Porto Viro, in provincia di Rovigo. Così come sono pronti parecchi termovalorizzatori, quattro solo in Sicilia: Agrigento, Catania, Palermo, più Ragusa che ha qualche problema. Certo sono tanti, ma se non ci muoviamo la mia isola rischia di ritrovarsi come Napoli; e lo stesso vale per il Lazio».

Che fare per Napoli, appunto? «Serve un patto con la popolazione. L’emergenza dura da decenni e deve finire, ma non ne usciremo senza l’accordo dei napoletani. Un primo termovalorizzatore sta per aprire, vedremo se farne un secondo entro due anni o se delocalizzarlo; ma se intanto vengono bloccate tutte le discariche, siamo daccapo. Servono forti compensazioni per il territorio». Servono soldi. «L’Ambiente è un ministero economico ».

Il ponte sullo stretto? «La penso come Andrea Camilleri e Francesco Merlo: sono favorevole. Avrà un impatto ambientale; ma non necessariamente negativo». Il nucleare? «Ha ragione Chicco Testa: per un ragazzo è centomila volte più rischioso girare in motorino che lavorare in una centrale di quarta generazione».

Eccovi un condensato delle cose contro cui combattiamo dalla bocca del Ministro che nella prossima legislatura si occuperà di Ambiente. Spero vivamente ci ripensi. Quello che ci serve non sono un ponte sullo stretto, centrali nucleari, discariche e termovalorizzatori qui è lì ma soprattutto qui. E non ci servoni soldi da poter distribuire a chi ha già le tasche piene per poi lasciare tutto com’è o rovinare il resto.
Forse lei è nuova su questo fronte, ma questo non è quello che si chiama un buon inizio.
Staremo a vedere.

M.Sans.