BERLUSCONI AD ACERRA: MOBILITAZIONI CONTRO L’INAUGURAZIONE DELL’ECOMOSTRO!

Riceviamo e pubblichiamo:

La macchina organizzativa è avviata e la sola vera preoccupazione è quella della buona riuscita dell’evento sotto il profilo mediatico. Si vogliono addirittura esporre reperti archeologici provenienti dalla collezione Spinelli, custoditi negli sgabuzzini del Museo Nazionale di Napoli, invano richiesti da anni dalle associazioni e dalle istituzioni cittadine. Nulla importa che a lavorare in quel cantiere, presidiato dall’esercito, ci sia ancora una società sotto processo per truffa aggravata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture che ha trasformato la Campania, a spese dei cittadini, in una vera e propria discarica a cielo aperto.

Intanto l’impianto, definito nel 1999 “a tecnologia non particolarmente innovativa”, ha già digerito nei giorni scorsi i primi carichi di “monnezza tal quale” (senza alcuna selezione o tritovagliatura come dimostrano i filmati presenti su Internet chissà perchè oscurati in queste ore) nonostante la commissione ministeriale incaricata dell’aggiornamento della compatibilità ambientale avesse nel 2005 subordinato il proprio parere favorevole a ben 27 prescrizioni tra cui quella, ritenuta fondamentale, della combustione del solo CDR che in Campania non è mai stato prodotto.

La verità è che in quel catorcio, che nessuno voleva, i cui lavori sono ripresi solo grazie all’ennesima deroga alle normative nazionali ed europee operata attraverso la decretazione di urgenza e la militarizzazione dei siti e che ci ha di fatto catapultati in uno stato di polizia, bruceranno a nostre spese di tutto e di più, e ciò con la colpevole compiacenza di quella informazione nella quasi totalità asservita agli interessi delle grandi lobby inceneritoriste. Quali le garanzie per la nostra salute in questo territorio che, secondo uno studio voluto dallo stesso Bertolaso, presenta il più elevato tasso di mortalità per cancro e malformazioni genetiche? Che fine ha fatto la bonifica? Dove saranno smaltite le ceneri e gli altri scarti dell’ impianto?

Alla vigilia dell’ accensione, tutte le nostre ragioni sono ancora in piedi, le nostre semplici domande continuano a non trovare risposte, aumentano le nostre legittime preoccupazioni per il futuro nostro e dei nostri figli. E’ forse sufficiente a tranquillizzarci l’Osservatorio voluto da Berlusconi e Bertolaso? Un gruppo, cioè, di tecnici individuati senza alcuna procedura trasparente e partecipativa e pagati da chi deve essere controllato? O forse è sufficiente a tranquillizzarci l’idea che saranno esposti e resi pubblici i dati delle emissioni? Sono queste le loro garanzie? È questo che tranquillizza coloro che in questi giorni, in cambio della salute dei cittadini, scoprono all’improvviso “l’acqua calda” del teleriscaldamento che non potrà mai essere realizzato, o che sperano in possibili riduzioni di tasse e in bollette meno care?

Anche i cittadini di Colleferro erano stati rassicurati sull’inceneritore con tante belle parole e con un display in piazza. A distanza di anni, però, la magistratura ha scoperto che i dati erano truccati ed ha sequestrato l’impianto, così come sono stati sequestrati gli inceneritori di Pietrasanta e Vercelli, il gassificatore di Malagrotta e l’inceneritore di Brindisi a riprova che il controllo delle emissioni degli inceneritori è un bluff: quando viene fatto viene aggirato! In ogni caso, anche laddove vengono rispettati i parametri di legge gli inceneritori continuano a sputare velenose particelle cancerogene.
Finora sono stati spesi oltre 3 miliardi di euro per la cosiddetta emergenza rifiuti; centinaia e centinaia di milioni di euro solo per l’inceneritore di Acerra. Quanto costerà ancora alla collettività questa gestione dei rifiuti? E’ vergognoso che in questo momento di crisi, mentre migliaia di lavoratori della Fiat, dell’indotto e di tante altre aziende rischiano il licenziamento, mentre si riducono servizi essenziali e spese sanitarie, mentre aumenta la precarietà del lavoro, mentre si nega un reddito a fasce sempre più numerose della popolazione che rischiano la povertà, si continuano a regalare soldi alle imprese per la costruzione di altri inceneritori in Campania.

Noi non abbiamo cambiato idea!
Non c’è pacchetto compensativo che tenga!
E non sarà qualche posto di lavoro o la promessa di qualche beneficio economico a farci cambiare idea.
Eravamo e siamo contro l’impianto di Acerra e continuiamo a chiedere che non venga attivato né il 26 marzo né mai e laddove dovessero imporcelo continueremo la nostra lotta per farlo chiudere. Continueremo a chiedere la messa fuori legge dell’ incenerimento, conveniente solo per le grandi aziende che ricevono miliardi di euro tolti dalle nostre tasche attraverso la bolletta elettrica e sottratti alle vere fonti energetiche rinnovabili.

Continueremo a pretendere una diversa politica sui rifiuti fondata su riduzione, riuso, raccolta differenziata e riciclaggio, per “Rifiuti Zero” che è ormai una realtà concreta in tanti paesi del mondo come hanno dimostrato i tanti amministratori e i tecnici stranieri che si sono incontrati a Napoli dal 18 al 21 febbraio scorso in occasione del V Dialogo Internazionale di ZWIA (Zero Waste International Allianz) e che insieme alle comunità in movimento hanno chiesto al Prefetto di incontrare pubblicamente i tecnici del Commissariato Straordinario per proporre una soluzione alla vergognosa emergenza rifiuti in Campania senza inceneritori e mega discariche.

Perché si sottraggono a tale confronto? Temono forse di svelare l’affare? Non consentiremo che la città assista in silenzio alla farsa che Berlusconi vuole mettere in scena per nascondere la truffa rappresentata dall’inceneritore di Acerra, un vero e proprio monumento alla violazione dei diritti fondamentali e, come abbiamo anticipato al Commissario Prefettizio del Comune di Acerra, non permetteremo di mortificare la battaglia di una intera comunità che, in tempi non sospetti, ha avanzato critiche e dubbi che oggi trovano conferma negli atti della magistratura e che ha denunciato in tutte le sedi i costi sociali di quanto stava avvenendo in Campania.

E’ per questo che facciamo appello agli studenti, ai disoccupati, ai lavoratori, agli agricoltori, ai commercianti, alle associazioni, alle autorità civili e religiose, alle forze politiche e sindacali, alla libera informazione, alle donne e agli uomini liberi, perché insieme con noi facciano sentire la loro voce nei prossimi giorni ed il 25 e il 26 prossimo quando saremo ancora in piazza, con le nostre ragioni e le nostre domande, per svelare l’imbroglio dell’inceneritore e smantellare le bugie che si apprestano a raccontare.
Non è il momento della svendita né della rassegnazione.
Oggi più che mai è necessario un piano Rifiuti Zero per la Campania senza discariche di tal quale ed inceneritori.

MERCOLEDI’ 25 MARZO 16.30 CORTEO REGIONALE CON CONCENTRAMENTO PIAZZA DUOMO.
GIOVEDI’ 26 MARZO ORE 10 PRESIDIO CON CONCENTRAMENTO PIAZZA CASTELLO

Movimento campano per i rifiuti zero