Tutta colpa del surriscaldamento globale. I ghiacciai si sciolgono e meraviglie come le Maldive rischiano di essere sommerse per sempre.
Il Governo ha già istituito un fondo l’ultima mossa disperata: comperare nuovi terreni dove trasferire i suoi 385mila abitanti. Cosa che hanno già fatto gli abitanti delle isole Carteret, in Papua Nuova Guinea, che hanno dovuto abbandonare la loro terra minacciata dalle acque sempre più alte: la sommersione completa è prevista tra cinque anni. Sono stati definiti “i primi profughi del cambiamento climatico“.
Ma le Maldive non stanno a guardare. Entro il 2020 vogliono diventare la prima Nazione al mondo a zero emissioni. Il piano include la costruzione di 155 turbine eoliche, l’installazione di mezzo chilometro quadrato di pannelli solari sui tetti delle abitazioni e la realizzazione di una centrale a biomassa alimentata da gusci di noci di cocco. L’energia rinnovabile servirà ad alimentare non solo case e industrie ma anche automobili e imbarcazioni, che verranno gradualmente sostituite con versioni elettriche. Il progetto costerà circa 110 milioni di dollari l’anno.
Riuscendoci potranno dimostrare alle altre nazioni, anche a quelle più grandi e che incidono di più nel surriscaldamento globale, che la svolta è possibile.
Il presidente delle Maldive, Mohamed Nasheed, ha deciso di convocare, per il 17 ottobre, un consiglio dei ministri subacqueo. I 14 ministri indossata la muta, scenderanno ad una profondità di tre metri e terranno lì il consiglio dei ministri. Simulando così una situazione che potrebbe diventare realtà fra qualche anno.
I ministri elaboreranno un appello per la conferenza di Copenaghen sul clima.