Ci crederete che anche a 8000 e passa metri d’altezza ci sono chili e chili di rifiuti? È proprio così, addirittura sull’Everest, arriva l’inquinamento. E questo succede perché, nel corso degli anni, tutte le spedizioni che hanno scalato l’Everest ci hanno lasciato dei rifiuti. E ora, come è già successo in passato, c’è stata una spedizione partita nel tentativo di ripulire, per quanto possibile, la vetta dai rifiuti.
Composta da una ventina di sherpa, la spedizione, guidata da Apa Sherpa, è salita in alto e si è data da fare per portare giù un enorme carico di immondizia: residui di cibo, attrezzature, indumenti, bombole d’ossigeno, tende, escrementi (ebbene sì) tutto ciò che nel corso degli anni, dalla prima scalata del 1953, si è accumulato lungo la montagna, arrivando fino a quella che si chiama “zona della morte”, ovvero l’ultimo luogo di sosta prima di raggiungere gli 8000 metri della vetta.
Già in passato sono state organizzate operazioni di questo tipo – l’ultima nel 2008 – ma questa è stata quella più completa e si è spinta più in alto di tutte le altre. E, inoltre, si è occupata anche del recupero dei cadaveri di tutti coloro che negli anni sono morti nel tentativo di scalare la montagna.
Una iniziativa originale, per eliminare i rifiuti in uno dei posti più impensabili della terra. Eppure, anche lì, ci sono. C’è da far riflettere.
Fonte: Blogeko.
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