Parte oggi la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti, con manifestazioni italiane che vanno da L’Aquila (dove mettere le montagne di macerie? Il Governo latita anche in questo) a Terzigno per i problemi ormai sotto i riflettori da un po’.
Ridurre i rifiuti è una pratica nella quale per il momento si impegnano più i cittadini di buona volontà che la nazione, intesa nel senso istituzionale. Le persone più sensibilizzate alla questione ambientale (e anche qui, mai per merito di azioni governative) cercano detersivi e in generale prodotti alla spina; cercano di evitare prodotti sovraccarichi di imballaggi nella spesa quotidiana per la quale preferiscono acquistare quanto più possibile alimenti che non abbiano fatto il giro del pianeta prima di arrivare in tavola; non fanno scorrere inutilmente l’acqua dal rubinetto mentre si lavano i denti; preferiscono la doccia al bagno, spengono le luci quando escono da una stanza; e così via. Tutte ottime cose, che potrebbero magari anche diventare oggetto di “Pubblicità Progresso” al posto di certi vergognosi quanto menzogneri spot autocelebrativi.
Il resto della popolazione, quella meno sensibilizzata, comunque docilmente si presta ad ogni tipo di richiesta dall’alto giunga per diminuire il danno antropico sul pianeta: quindi raccolte differenziate dei rifiuti di vario tipo e grado.
Fin qui l’azione dei singoli. Che fa invece il Governo Italiano per la riduzione dei rifiuti? Delibera inceneritori. Ovunque in Italia il Governo attua per lo smaltimento dei rifiuti il cosiddetto ciclo integrato, che consiste nel ritirare i rifiuti dalle città, più o meno differenziati a seconda delle situazioni, non mettendo in atto alcuna politica di riduzione a monte degli imballaggi, e portarli in discarica e all’inceneritore (solo una parte infinitesimale viene riciclata perché gli enti locali hanno l’obbligo di legge di fornire rifiuti agli inceneritori che se non bruciano abbastanza non convengono economicamente). La parte del ciclo meno nota è che in questo modo i rifiuti non spariscono affatto ma anzi si moltiplicano, come nel miracolo dei pani e dei pesci. Solo che in questo caso non si tratta né di pani e né di pesci, ma di materiali altamente tossici per il sistema ambiente, ovvero per i vegetali, per gli animali e per l’uomo.
A prescindere dall’inquinamento ambientale da fumi e nanoparticelle con i conseguenti danni anche sulla salute antropica, che non è un dettaglio trascurabile, l’assurdità dell’incenerimento è matematica. L’incenerimento raddoppia i rifiuti invece di eliminarli.
Dal Settecento sappiamo che nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. E’ il cosiddetto Primo Principio della Termodinamica. Quindi i rifiuti bruciati non spariscono ma si trasformano (in questo caso in fumi e nanoparticelle incontrollabili per ovvie ragioni). Se non ché, per bruciare i rifiuti occorre immettere in caldaia ciò che è necessario per la combustione, di massa pari al quantitativo di rifiuti immessi. Di conseguenza, se bruciamo 10 tonnellate di rifiuti, ce ne ritroviamo a respirare 20 tonnellate.
Ecco. Questo è quanto il Governo Italiano sta facendo per la riduzione dei rifiuti. Li aumenta sistematicamente del doppio. E’ questo il vero miracolo italiano.
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