Mucche dal latte umano, la risposta argentina

È nata ad aprile la mucca Rosita, in Argentina. Come la sua lontana cugina (o meglio cugine) cinesi, anch’essa è frutto di un esperimento che ha come scopo quello di generare bovini in grado di produrre latte detto “umano” (come citano i media). Infatti la mucca è stata clonata in modo che nel suo DNA contenga dei transgeni che possano darle la possibilità di arricchire il proprio latte con delle proteine particolari, come lattoferrina e lisozima, contenute anche nel latte umano.

Quindi di umano ha ben poco. È un alimento prodotto da mucche GM (geneticamente modificate) le cui caratteristiche sono state modificate in modo tale da soddisfare determinate richieste.

Il mondo della LAV (Lega Antivivisezione) ed ambientalisti in genere, ha subito mosso perplessità e preoccupazioni sul prodotto. “La clonazione animale – commenta la biologa Michela Kuan, responsabile Lav vivisezione – è una materia sulla quale esistono gigantesche criticità sia dal punto di vista scientifico che etico: tutte ottime ragioni per opporsi a un simile orrore”.

“Orrore”. Purtroppo troppo spesso si utilizza questa parola per descrivere le sperimentazioni, dimenticando che spesso è grazie ad “orrori” che la Scienza ha fatto passi avanti. Con questo non si vuole giustificare la Crudeltà, che è un termine ben diverso da quello precedente. È una Crudeltà fare sperimentazioni su animali quando se ne potrebbe fare a meno, non curandosi della loro sofferenza e per fini non umanitari.

Nel caso specifico vengono create mucche ex-novo, capaci di produrre un latte “diverso” (non umano!) dal normale, con lo scopo ufficiale di fornire un’alternativa valida nell’alimentazione (sono dunque sempre mucche!). Per quanto possa esser ingiustificato l’utilizzo di tecnologie così avanzate e “delicate”, che potrebbero esser invece utilizzate per fini decisamente migliori, bisognerebbe star attenti a quando si etichettano certe sperimentazioni con aggettivi forti, che potrebbero formare nella mente della popolazione l’idea di una Ricerca folle ed orrenda, un’idea che potrebbe far comodo alla propaganda di un mercato opposto.