Alcune settimane fa abbiamo parlato della campagna di sensibilizzazione “Settimana Internazionale del Pannolino Lavabile”. L’argomento ha destato l’interesse di molti lettori. Per questo motivo, come avvio di questa rubrica, ho deciso di continuare su questa scia. Per la prima intervista ho scovato un papà di Roma.
Remo Moro, 34 anni, lavora come Ingegnere di Sistema e consulente per l’Agenzia Spaziale Europea a Frascati. Tutti i giorni va a lavoro in bici e treno. Papà da poco più di un anno, utilizza i pannolini lavabili da quando sua figlia Viola aveva 3 mesi.
Navigo spesso su internet, e nel giro dei siti e blog che frequento, molti legati al problema dell’ecologia, ho appreso di un mondo nuovo intorno ai pannolini.
Perché da sempre cerco di limitare la mia impronta ecologica su questo pianeta. Diminuendo gli sprechi, di qualsiasi tipo.
Chi non li conosce o non li usa è sempre sorpreso. Chiede come si fa, molti nemmeno riescono a pensare al solo fatto di doverli lavare e riusarli! Tutti mi fanno i complimenti per quello che faccio, ma nessuno pensa a come impegnarsi in prima persona per evitare di produrre una quantità eccessiva di rifiuti.
Che nonostante le piccole difficoltà, soprattutto di abitudine e cultura, dal pannolino lavabile si ottengono molti risparmi:
No per nulla. Non ho mai visto nessuna pubblicità, a parte quella mirata su internet, ma solo perché io ne parlo e scrivo spesso. Non si vedono pubblicità ne informative nemmeno nel comune dove vivo (Roma). All’asilo nido privato-convenzionato, dove fortunatamente sono riuscito a farli adottare anche se non pienamente, mia figlia è l’unica che li usa. Dovrebbe essere un obbligo delle istituzioni informare i cittadini su come limitare i propri consumi.
I pregiudizi sono per lo più derivati da un modello di vita “comoda” a cui ci siamo abituati negli ultimi 30/40 anni. Le persone non sono invogliate a fare dei piccoli sacrifici per l’ambiente, quando c’è una soluzione bella e comoda a portata di mano. Usi il pannolino e lo getti lontano da te non appena ha esaurito il suo funzionamento, senza pensare a cosa succede a quel rifiuto quando sarà lontano dalla tua vista.
Remo ha sicuramente fornito spunti su cui riflettere, dal concetto di “spannolinamento” all’adozione dei lavabili presso gli asili nido. Per chi rimane scettico, rimando al sito dell’associazione Nonsolociripà, ricco di articoli, e segnalo in modo particolare l’approfondimento sul confronto tra i costi degli usa-e-getta e dei lavabili.
Per concludere riporto, qui di seguito, alcuni consigli pratici che spero possano tornarvi utili.
A proposito di paste e creme, esulo un po’ dal discorso, invitando i genitori a leggere attentamente le etichette. Questi prodotti, utili in caso di irritazioni, vanno infatti scelti con cura: comprate quelli che abbiano come primo ingrediente l’ossido di zinco (almeno il 10%) e il minor numero possibile di altre sostanze. In modo particolare evitate ingredienti come petrolatum e paraffinum, specie se si trovano all’inizio della lista ingredienti, perché sono derivati della raffinazione del petrolio, inquinanti, non biodegradabili e inseriti dalla direttiva europea tra i cancerogeni di classe II.
Di Silvia Musso
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