La parola a… Remo, papà che ha scelto i pannolini lavabili

Alcune settimane fa abbiamo parlato della campagna di sensibilizzazione “Settimana Internazionale del Pannolino Lavabile”. L’argomento ha destato l’interesse di molti lettori. Per questo motivo, come avvio di questa rubrica, ho deciso di continuare su questa scia. Per la prima intervista ho scovato un papà di Roma.

Remo Moro, 34 anni, lavora come Ingegnere di Sistema e consulente per l’Agenzia Spaziale Europea a Frascati. Tutti i giorni va a lavoro in bici e treno. Papà da poco più di un anno, utilizza i pannolini lavabili da quando sua figlia Viola aveva 3 mesi.

 

Remo, come hai scoperto dell’esistenza dei pannolini lavabili?

Navigo spesso su internet, e nel giro dei siti e blog che frequento, molti legati al problema dell’ecologia, ho appreso di un mondo nuovo intorno ai pannolini.

Perché hai scelto di utilizzarli al posto degli usa-e-getta?

Perché da sempre cerco di limitare la mia impronta ecologica su questo pianeta. Diminuendo gli sprechi, di qualsiasi tipo.

Quando dici che usi i pannolini lavabili come reagiscono gli altri genitori e soprattutto gli altri papà?

Chi non li conosce o non li usa è sempre sorpreso. Chiede come si fa,  molti nemmeno riescono a pensare al solo fatto di doverli lavare e riusarli! Tutti mi fanno i complimenti per quello che faccio, ma nessuno pensa a come impegnarsi in prima persona per evitare di produrre una quantità eccessiva di rifiuti.

 Cosa diresti ad un papà scettico per convincerlo a passare al lavabile?

Che nonostante le piccole difficoltà, soprattutto di abitudine e cultura, dal pannolino lavabile si ottengono molti risparmi:

  • in termini economici, si riesce a risparmiare 10 volte, 250 euro contro i 2500 circa (calcolando tutto il periodo in cui i bambini utilizzano il pannolino) ed oltretutto si possono riutilizzare per gli eventuali fratelli o regale ad amici e parenti;
  • in termini di ecologia, si limitano di moltissimo i rifiuti indifferenziati;
  • Il bambino/a soffrirà molto poco di arrossamenti, in quanto i pannolini usa&getta lasciano spesso la pelle secca provocando anche desquamazione;
  • con i pannolini lavabili, il bambino acquisirà prima la sua indipendenza poiché la “scomodità” lo indurrà a anticipare lo “spannolinamento”, cosa che non capita con i pannolini usa&getta troppo comodi.

 Ritieni che ci sia abbastanza informazione riguardo ai pannolini lavabili?

No per nulla. Non ho mai visto nessuna pubblicità, a parte quella mirata su internet, ma solo perché io ne parlo e scrivo spesso. Non si vedono pubblicità ne informative nemmeno nel comune dove vivo (Roma). All’asilo nido privato-convenzionato, dove fortunatamente sono riuscito a farli adottare anche se non pienamente, mia figlia è l’unica che li usa. Dovrebbe essere un obbligo delle istituzioni informare i cittadini su come limitare i propri consumi.

Quali sono i pregiudizi ancora da abbattere?

I pregiudizi sono per lo più derivati da un modello di vita “comoda” a cui ci siamo abituati negli ultimi 30/40 anni. Le persone non sono invogliate a fare dei piccoli sacrifici per l’ambiente, quando c’è una soluzione bella e comoda a portata di mano. Usi il pannolino e lo getti lontano da te non appena ha esaurito il suo funzionamento, senza pensare a cosa succede a quel rifiuto quando sarà lontano dalla tua vista.

Remo ha sicuramente fornito spunti su cui riflettere, dal concetto di “spannolinamento” all’adozione dei lavabili presso gli asili nido. Per chi rimane scettico, rimando al sito dell’associazione Nonsolociripà, ricco di articoli, e segnalo in modo particolare l’approfondimento sul confronto tra i costi degli usa-e-getta e dei lavabili.

Per concludere riporto, qui di seguito, alcuni consigli pratici che spero possano tornarvi utili.

 Consigli sul lavaggio

 

  • Usare moderate dosi di detersivo (una delle maggiori cause di inquinamento domestico). In alternativa al detersivo, utilizzare il bicarbonato.
  • Evitare l’ammorbidente perché può causare  allergie e dermatiti e perché diminuisce le proprietà assorbenti dei pannolini. Al posto dell’ammorbidente è efficace l’aceto bianco: favorisce la degradazione di enzimi e residui di detersivi (aceto bianco e bicarbonato risultano due elementi ecologici essenziali per la vita domestica: si veda a questo proposito l’articolo “Disgorgare i tubi di casa in modo naturale”).
  • Non utilizzare sbiancanti. Le macchie possono essere trattate con una spazzolina e un po’ di sapone di Marsiglia.
  • I pannolini possono essere lavati con il resto della biancheria.

 Consigli per proteggere la pelle

  •  Se si sente umidità eccessiva si può comprare un panno in pile (sono venduti al metro per pochi euro) e si taglia in tanti pezzi e della misura desiderata: aiuta a drenare la pipì e rimane asciutto a contatto con la pelle.
  • È opportuno asciugare bene il bambino, dopo ogni cambio, tamponando con una salvietta di cotone morbido.
  • Le creme o paste protettive possono diminuire la capacità di assorbimento dei pannolini di stoffa. Vanno quindi usate esclusivamente se la pelle ha problemi. Arrossamenti e dermatiti risultano più frequenti con l’uso dei pannolini usa-e-getta.

 

A proposito di paste e creme, esulo un po’ dal discorso, invitando i genitori a leggere attentamente le etichette. Questi prodotti, utili in caso di irritazioni, vanno infatti scelti con cura: comprate quelli che abbiano come primo ingrediente l’ossido di zinco (almeno il 10%) e il minor numero possibile di altre sostanze. In modo particolare evitate ingredienti come petrolatum e paraffinum, specie se si trovano all’inizio della lista ingredienti, perché sono derivati della raffinazione del petrolio, inquinanti, non biodegradabili e inseriti dalla direttiva europea tra i cancerogeni di classe II.

 

A questo punto: buon cambio!

Di Silvia Musso

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