Un viaggio responsabile nell’Emilia

Salve amici eco-nauti!

Il terremoto dell’Emilia ha scosso le coscienze di tutti, e perciò non avrebbe senso girare la testa dall’altra parte; oltre alle raccolte fondi, un ottimo modo per ridare normalità e dignità a questa terra, è dare ai suoi abitanti, l’opportunità di rialzarsi con il loro lavoro…

Per questo, vi darò alcuni consigli sui paesi da visitare proprio nel modenese. Per fare non solo un turismo sostenibile ecologicamente, ma anche consapevole e solidale.

Da Flickr di Gab & Liz

Vi ricordo che si possono ancora contattare le filiere emiliane che vendono il parmigiano danneggiato dal terremoto, sotto forma di pezzi o grattugiato fresco, mandando una mail all’indirizzo [email protected] alla quale può scrivere chi è interessato ad acquistare forme di Parmigiano “terremotato”, specificando nome, indirizzo, telefono, prodotto e quantitativo cui si è interessati. Le richieste arriveranno agli uffici nazionali della Coldiretti che si stanno interfacciano con la sede bolognese.

Modena, Piazza Grande da www.gogobot.com/modena-italy

Perché, quindi, recarsi nel modenese? Per provare, da ecoturisti un modo diverso di fare trekking, in compagnia di simpatici asinelli, riscoprendo così un antico modo di camminare fra sentieri ricchi di storia e suggestioni… quindi vi proporrò il trekking con l’asino!

Molto interessanti gli itinerari di trekking “someggiato” proposti dall’associazione La Boscaglia, sull’appennino tosco-emiliano, ove ha strutturato anche un percorso per bambini dai 7 ai 13 anni, “Il Gigante dell’Appenino”. Nessuna difficoltà tecnica, ovviamente, ma diverse pause narrative, ove s’intrecciano racconti fantastici e narrativa popolare.

Da www.asinomondo.org

A parte la Boscaglia vi sono anche altre associazioni che organizzano escursioni con l’asino. Planet viaggi Responsabili e associazione AMEntelibera, ad esempio, propongono un itinerario, tra i sentieri partigiani e gli elementi di pregio della zona fra cui anche quelli culinari lungo l’Appennino modenese. Si va da Montefiorino, sede dell’omonima Repubblica partigiana, con annessa visita al museo, al Monte Santa Giulia, dove si pernotta. Da lì si riparte, lungo l’antica strada dei cavallari, per arrivare al Monte San Martino, teatro di lotte partigiane. Poi giù lungo le carreggiate e le mulattiere verso la borgata delle Caselle e Maranello, fino alla vallata di Gombola, dove si visita il museo del 1600.

Un modo diverso di viaggiare, certo. Ma mai come questa volta solidale e consapevole.