Essere mamma a Terzigno: speranze e problemi

Maria Rosaria Esposito è una mamma di Terzigno, innanzitutto. Un’avvocatessa dei comitati antidiscarica un po’ per conseguenza, per la sua indole battagliera e perché si ritrova ad essere madre lì dove c’è stato lo scempio del territorio, in quella che un tempo era la Campania Felix ed ora non lo è più. Dalle pagine di Econote.it avevamo già parlato di lei e dei bambini che cerca di tutelare.

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Qualche tempo fa Maria Rosaria aveva messo sulla sua bacheca di facebook la foto di un limone deforme cresciuto nel giardino di sua madre. Questa immagine aveva fatto decine di click. La natura inizia a ribellarsi ai danni che le sono stati arrecati e lo fa con i frutti deformi, gli animali malati (li abbiamo visti in Biùtiful cauntri) e i tassi di cancro che salgono velocemente. Qualche tempo fa aveva commosso tutti la lettera di una giovane donna che malata alzava il velo sull’inquinamento come causa del suo e di tanti mali come il suo: “Io malata per colpa della mia terra avvelenata“.

Maria Rosaria, parlaci di Terzigno.

Terzigno è un paese alle falde del Vesuvio, i cui territori si estendono fin quasi al cratere. E’ sempre stato un paese prevalentemente agricolo, si produce vino sin dal tempo degli antichi romani e i resti ritrovati in Cava Ranieri lo attestano. Potrebbe essere un posto bellissimo, baciato dalla fortuna, dalla pineta si vede il mare, la vegetazione è quella selvaggia tipica delle zone vulcaniche, ma i Terzignesi non hanno tutelato la ricchezza che avevano, tra costruzioni abusive, discariche di camorra e di Stato. Alcune decisioni sono state subite dalla popolazione, che però, non hanno capito subito che enorme ingiustizia stavano subendo.

Che definizione daresti di te stessa.

Sono una persona a cui è stato insegnato il rispetto. Rispetto per le istituzioni, per il prossimo e per me stessa. La stessa cosa cerco di insegnarla ai miei figli. Sono certa che come persona, come madre, come cittadina italiana, non sono stata rispettata, i miei diritti fondamentali calpestati da leggi capestro emanate solo per la Campania. Una mostruosità giuridica. Io sono un po’ una scheggia impazzita, ci sono delle idee sulla tutela dell’ambiente e del territorio che condivido e di cui mi faccio promotrice. Una cosa l’ho capita, da chi è sul campo da molto più tempo di me, in tema ambientale bisogna essere rigorosissimi, integralisti addirittura, ogni cedimento per una ragione politica o di opportunità porta allo scempio. La nostra storia, neanche tanto antica, dimostra tutto ciò.

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Qual è il desiderio che hai per i tuoi figli.

Vorrei avessero una qualità della vita migliore, che vivessero in mezzo alla bellezza, ma la terra in cui vivono è fortemente contaminata, l’aria, le falde acquifere, il suolo. Come posso non essere terrorizzata per loro?

Perché resti a Terzigno allora?

Io resto perché lasciare tutto e partire la vivrei come una sconfitta, come abbandonare le cose in cui ho creduto, per cui ho lottato. Magari i miei figli andranno via e io non lo impedirò certamente.

Che tipo di segnale di cambiamento vorresti vedere?

Vorrei che la società civile e la politica capissero che il tema ambientale è una priorità, che è la vita, che attiene alla salute, al futuro di tutti, sono stanca di combattere come se non fossero miei diritti inalienabili.

Qual è il tuo pensiero rispetto al 2064, anno in cui diversi esperti vedono il picco della catastrofe ambientale per la Campania?

E’ già catastrofe in Campania, questa è la realtà che tutti cercano di negare, di non vedere. Sono mesi e mesi che dico, anche alla stampa, che ci sono zone di Terzigno dove il cancro è come l’influenza e in moltissime zone del napoletano e del casertano è così, ma è facile mettere a tacere le nostre voci, è facile affermare che non ci sono dati certi e che questa immane ecatombe non esiste.

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Su cosa dobbiamo investire per avviare il cambiamento?

Il cambiamento avverrà solo se si metterà in circolo l’idea che il futuro è “combustione zero” e che la materia è vita, la quale va totalmente riciclata, abbandonando la produzione di quella non riciclabile, finché non si capirà che la natura è bellezza, è la nostra vita, non abbiamo molte speranze!