Sacrificio di Gadhimai, quando la religione diventa follia

In Nepal ogni 5 anni si tiene il Festival di Gadhimai dove vengono uccisi quasi mezzo milione di animali per compiacere la dea Gadhimai che si sostiene essere assetata di sangue. In cambio di questi sacrifici le persone credono di ottenere salute, fortuna e prosperità.

Gli animali, comprati appositamente per il rituale e costretti a camminare spesso per giorni per raggiungere il luogo del festival, arrivano stremati e confusi. Una volta giunti sul posto molti si accasciano dalla stanchezza, mentre gli animali ancora in forze si trovano costretti a camminare in mezzo a cadaveri e vedere i propri simili, magari il figlio o la madre, massacrati in attesa del proprio turno. Gli animali di diverse razze tra cui bufali, mucche, maiali, agnelli e piccioni vengono prima torturati, feriti, inseguiti e poi uccisi tramite decapitazione con asce, coltelli e spade da persone ubriache, come vuole la tradizione.

Quest’anno, grazie a campagne educative ed alla pressione delle associazioni animaliste come Animal Equality, il numero di animali uccisi sarà nettamente inferiore. Si stima verranno uccisi “solo” 100 mila animali. Questo anche per merito dell’India che, oltre ad aver provato a chiedere al Nepal la sospensione dei sacrifici, per adesso senza successo, ha imposto controlli ai confini per impedire che vengano trasportati animali in Nepal.

Un massacro che ha indignato il mondo intero un po’ come la caccia alle balene alle Isole Faroe. Entrambi questi eventi hanno la sfortuna di svolgersi all’aperto, senza la censura delle quattro mura di un mattatoio dove in ogni parte del mondo, sempre per motivi religiosi, nel periodo Pasquale milioni di agnelli vengono maltrattati fin dalla nascita e poi uccisi. In America, invece, perdono la vita milioni di tacchini per il giorno del Ringraziamento. O ancora milioni di maiali nel periodo natalizio vengono uccisi per essere trasformati in zamponi.

Qualcuno potrebbe ritenere più immorale il sacrificio di Gadhimai per le modalità di svolgimento, ma la sostanza di quanto avviene nei mattatoi è la stessa: vengono maltrattate e tolte vite non per reali necessità, ma per puro sfizio. Insomma, anche noi italiani siamo altrettanto colpevoli.

Foto © Animal Equality: un bufalo piange presumibilmente davanti alla testa mozzata della madre.