Come gestire l’intensificarsi dei fenomeni meteorologici estremi? Come governare l’acqua piovana per prevenire allagamenti ed evitare che congestioni le reti fognarie e i depuratori? Più in generale, come garantire che la pianificazione urbanistica tenga conto degli aspetti legati alla gestione sostenibile dell’acqua?
Le metropoli e l’acqua, a cura di Alessandro Russo (presidente di Gruppo CAP) e Michele Falcone (direttore generale del Gruppo), offre una panoramica delle migliori strategie urbane di adattamento ai cambiamenti climatici, in particolare per quanto riguarda la gestione delle acque piovane. Il volume inaugura la serie Linee d’acqua: una collana di studi e ricerche che ha l’obiettivo di contribuire al dibattito sulla gestione dell’acqua, valorizzando esperienze e progetti innovativi per offrire spunti di riflessione a chi si occupa del servizio idrico e delle sue interconnessioni con le sfide legate alla pianificazione urbanistica e alla tutela del territorio.
La pubblicazione è stata redatta grazie al prezioso contributo di diversi specialisti nei settori idrico e di public policy italiani ed internazionali. Tra gli autori dei capitoli si segnalano Alberto Biancardi, presidente WAREG e componente dell’AEEGSI; Viviane Iacone, dirigente Pianificazione, Tutela e Riqualificazione Risorse Idriche di Regione Lombardia; Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia; Eva Bufi, componente del team di esperti del progetto PPPs in Smart and Sustainable Cities delle Nazioni Unite; David De Waal, console generale del Regno dei Paesi Bassi a Milano; Gian Battista Bischetti e Claudio Gandolfi, docenti nel settore Idraulica Agraria e Sistemazioni Idraulico-Forestali dell’Università degli Studi di Milano; Serena Righini, urbanista e assessore allo Sviluppo del Territorio del Comune di Gorgonzola; Raffaella Balestrini, ricercatrice presso il CNR-IRSA Water Research Institute.
La pubblicazione raccoglie alcune delle principali best practice europee per affrontare il tema delle alluvioni urbane e dimostra come sia essenziale prevedere, oltre alle soluzioni tecnologiche e architettoniche, un’ampia strategia di coinvolgimento degli stakeholder sia pubblici che privati, coniugando riflessione urbanistica, ingegneristica e ambientale.
“Le aziende dell’acqua, in questo senso, dovranno diventare nel giro di pochi anni partner centrali della pianificazione territoriale e ambientale metropolitana”, spiega Alessandro Russo. La risposta di Gruppo CAP al tema delle gestione delle acque meteoriche si chiama Flood Hide: “È un progetto che abbiamo avviato in collaborazione con l’Università Statale di Milano e il consorzio Est Ticino Villoresi per il recupero del reticolo idrico minore – aggiunge il direttore generale Michele Falcone -. Con l’utilizzo di tecnologie innovative ci proponiamo di riattivare il sistema di rogge, canali e fontanili la cui costruzione risale a più di otto secoli fa”.
I concetti di smart city e smart land si intrecciano quindi alle sfide della resilienza delle aree metropolitane, con l’obiettivo di offrire una nuova chiave di lettura al tema del dissesto idrogeologico in contesti urbani per un approccio olistico, trasversale e condiviso che proponga soluzioni concrete a una delle emergenze ambientali del XXI secolo.
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